Juve, fattore Vucinic:|Conte cambia solo se c'è lui
Lui non guarda in faccia nessuno quando deve scegliere la formazione migliore, ma Antonio Conte un'eccezione è obbligato a farla. Perché quando Mirko Vucinic sta bene e può giocare, la Juve cambia l'abito per lui e dal più sfruttato 3-5-2 passa con disinvoltura ad un 4-3-3 d'alta sartoria. Non per colpa di chissà quali benefit da «top player» o capricci tattici dell' allenatore, ma molto più semplicemente tra i bianconeri c'è un fattore Vucinic che si ripercuote sui risultati e nelle gerarchie della squadra. L'attaccante montenegrino è unico per movimenti, posizione e classe, ma soprattutto è l'unico tassello che può modificare il resto perché non ha controfigure all' altezza in questa Juve. «Cambio il modulo quando Vucinic non c'è - aveva ammesso il tecnico juventino prima della sfida con l'Udinese - perché tranne lui, lì davanti ho giocatori che non sono attaccanti esterni. Mirko si adatta bene in quel ruolo, mentre abbiamo più difficoltà a mettere gli altri a sinistra o a destra». E così il rientro dall'infermeria dell'ex romanista, dopo l'infortunio al ginocchio sinistro, rimescola le carte bianconere utilizzate nelle ultime tre partite (compresa quella rinviata a Parma) e permette di varare un assetto più offensivo. L'obiettivo è di battere il Siena domani pomeriggio allo Juventus Stadium e dare consistenza alla fuga-scudetto.
Missione alla portata degli uomini di Conte, anche se proprio davanti al pubblico amico sono arrivate le recite più balbettanti contro le «piccole» (vedi i pareggi con Bologna e Cagliari più le sofferte vittorie con Fiorentina e Cesena). Per questo Vucinic diventa l'arma in più, considerando anche il suo effetto talismano. Con lui schierato in campo sono arrivate 10 vittorie e 5 pareggi per i bianconeri: una media alta, da 2,33 punti a partita, che curiosamente si abbassa quando Vucinic è fuori uso viste le restanti 2 vittorie e i 3 pari conquistati dalla Juve (1,8 di media). Questo aiuta anche a spiegare perché quando è a disposizione, Conte ha sempre fatto giocare il montenegrino che proprio un girone fa, a Siena, giocò la sua prima partita da titolare. Quella Juve stava cambiando ancora pelle (scese in campo con un 4-4-2 con Matri al suo fianco) prima di arrivare al consolidato 4-3-3 che l'ha portata in cima alla serie A.
Ora, invece, si apre il «mese di fuoco» (copyright di Chiellini) con la doppia sfida al Milan tra Coppa Italia e campionato: un'occasione propizia per decollare e Vucinic vuole lasciare la sua impronta. Non solo con prestazioni d'alto livello e geniali assist ai compagni, ma anche con gol pesanti. Finora ha segnato 3 reti, peraltro tutte nella prima mezz'ora di gioco, sbloccando le partite con Bologna, Inter e Cagliari. Un bilancio magro, considerando che dalla stagione 2007-2008è sempre andato in doppia cifra con la Roma, ma Vucinic ha pagato gli infortuni fin qui patiti. «Adesso sta bene - commenta Alessandro Lucci, procuratore del giocatore -. Spera solo di avere continuità per dimostrare tutto il suo valore». Ritrovato l'equilibrio e la condizione, ora Vucinic può essere l'arma in più per una Juve che cambia solo per lui.