Juve: Vadalà cresce ma non è Tevez
Non è Tevez, né lo sarà mai. Lui probabilmente lo ha sempre saputo, così come lo hanno sempre saputo anche in casa Boca Juniors così come alla Juve. Però il peso di un'estate vissuta da protagonista sul mercato internazionale, avendo rivestito un ruolo chiave come quello che gli è toccato proprio nell'affare che ha portato Tevez al Boca, è di quelli difficili da scrollarsi di dosso. Guido Vadalà (nella foto di gazzetta.it) però un passo alla volta ci sta provando e forse ci sta anche riuscendo. Nonostante sulle sue spalle rimanga quel macigno rappresentato dalla valutazione monstre che lo vede a bilancio per 3,5 milioni per il prestito biennale, cui si aggiunge un diritto di riscatto da 9,4 milioni: una cifra che l'argentino dovrà dimostrare di valere tra la fine di questa e tutta la prossima stagione, da vivere con ogni probabilità da fuoriquota ancora in Primavera.
DOPPIO RISCATTO - Non è Tevez, né lo sarà mai: però Vadalà con tutte le difficoltà del caso sta provando a dimostrare di poter essere importante anche in quanto Vadalà. Classe '97, seconda punta estrosa ma un po' troppo leggerina, ha saputo ritagliarsi un posto da protagonista nella Primavera che senza tante punte di diamante ha saputo vincere la Viareggio Cup. E il suo volto è probabilmente quello più presente negli highlights della finale d'andata di Coppa Italia contro l'Inter, anche più di quello del match winner nerazzurro Bonetto. Due gol annullati, giustamente, per una questione di centimetri. Due legni a metà tra l'errore e una sfortuna incredibile: più simile ad un errore l'occasione che nel primo tempo ha visto il suo tocco a porta vuota deviato sulla traversa da Gyamfi, più simile ad un gol capolavoro mancato per una questione di millimetri quando nel secondo tempo la sua giocata “alla Del Piero” si è stampata sul palo interno a Radu battuto. Poteva e doveva essere una serata indimenticabile, lo rimarrà anche se con un sapore diverso da quello che avrebbe sperato. Il definitivo riscatto, quello personale, è quindi rimandato di una settimana, in uno scenario almeno altrettanto prestigioso come quello di San Siro dove, ad esempio, sempre Tevez ha saputo incantare e trascinare la sua Juve. Il riscatto, quello del cartellino, è invece vincolato ad un'esplosione che non è ancora avvenuta ma che la dirigenza bianconera è pronta ad attendere con pazienza anche un'altra stagione.