Juve, basta nascondersi: sei da Scudetto
Mercoledì 28 ottobre, ore 22.35 circa: l'arbitro Gervasoni con il suo triplice fischio decretava la fine di Sassuolo-Juve, con una sconfitta che sembrava emettere una sentenza piuttosto netta. La Juve, quella Juve, non poteva più permettersi di parlare di Scudetto. D'altronde la Juve fino a quel momento non poteva essere minimamente considerata vera Juve. E dal punto più basso della sua gestione, Max Allegri ha saputo reagire ripartendo da zero o quasi. Basta esperimenti, basta turnover, basta figurine, basta qualunque cosa non fosse necessaria per badare al sodo e ricominciare a vincere: perché i risultati sono l'unica cosa che può tenere lontana la crisi, perché vincere è l'unica lezione utile per imparare a vincere. O per ricordarsi come si fa.
45 GIORNI DOPO - Domenica 13 dicembre, ore 22.35 circa: l'arbitro Orsato con il suo triplice fischio pone fine alla vittoria più importante della Juve in questo campionato. Il 3-1 rifilato in rimonta alla Fiorentina ha davvero molteplici significati. Tutti quanti conducono ad una nuova conclusione, ovvia per dna, tutt'altro che scontata a poco più di un mese dalla sconfitta di Reggio Emilia: la Juve è da Scudetto. Questa Juve è da Scudetto: qualcosa di impensabile guardando alla squadra in crisi di identità della prima parte di stagione. Di nuovo cattiva e affamata, capace di trovare continuità di risultati ed ora anche di prestazioni, forte di testa e di gambe. La vittoria con la Fiorentina dice questo ed anche altro: il regalo in avvio di Chiellini poteva essere il preludio ad un nuovo crollo. Invece la Juve di oggi, è vera Juve. Che sa reagire alla sconfitta con il Siviglia, agli infortuni in serie ed allo svantaggio con la Fiorentina. Che vuole vincere sempre e comunque, andandosi a prendere i tre punti anche quando un pareggio sarebbe potuto bastare considerando il punto di ri-partenza post Sassuolo e il terreno già guadagnato in un mese o poco più. La svolta l'ha imposta Allegri, che piaccia o no, la rinascita della Juve è racchiusa in quella mano che è diventata un pugno duro. Poi con una difesa tornata (quasi) impenetrabile, con un centrocampo che al 100% è potenzialmente stellare, con Dybala che fa il fenomeno e Mandzukic che spiega a tutti cosa significa fare il centravanti, per lo Scudetto non può che esserci anche la Juve. Anzi, ora deve esserci anche la Juve. Nonostante guai e malumori, infortuni e scontenti (da Morata a Rugani, passando per Zaza e lo stesso Cuadrado). L'Inter è avvisata. Le altre hanno già commesso un grave errore a farla rientrare.
Nicola Balice
@NicolaBalice