Juve-Chievo, Pepe in testa: 'Il mio record è più lungo'
"Andrea Agnelli mi ha mandato un sms dopo la firma col Chievo. Con noi si è sempre comportato da fratello maggiore. Non lo pensavo ma ci speravo. Quello che abbiamo fatto in questi 4 anni è frutto della mentalità vincente: un pareggio alla Juve è come una sconfitta. Anche nei primi anni difficili non ho mai pensato 'chi me l’ha fatto fare?', perché giocare nella Juve è un privilegio. Sapevo che non sarebbe stato facile, lì non ti aspettano. Il primo anno siamo arrivati settimi, con Conte siamo ripartiti e abbiamo fatto l’impresa: uno scudetto sulla carta impossibile. E’ stato il più bello: era inaspettato".
"Il gol in rovesciata alla Lazio nella partita-scudetto 2012 è il ricordo più bello? Uno dei più belli, assieme al gol al Parma all’esordio allo Stadium e alla festa d’inaugurazione del nuovo stadio. E’ stata un’idea vincente: quando giochi lì ti senti davvero a casa. In quella stagione ci fu anche il 3-3 a Napoli che salvò l’imbattibilità della Juve. Quello era miglior Pepe di sempre? Sì. In quel periodo segnai tre volte di fila: Palermo, Napoli e Lazio. Stavo bene. 13 maggio 2012: Juve-Atalanta 3-1: sostituii Del Piero il giorno dell’addio del capitano. Penso che non se ne sia accorto nessuno... E’ stata una cosa da brividi, io e Ale abbiamo un buon rapporto, ci sentiamo ogni tanto. Ho avuto la fortuna di condividere gli ultimi anni della sua carriera juventina e anche di giocare con Totti. Il gruppo storico ha perso pezzi importanti: Storari, Pirlo, Vidal, Tevez e Llorente. Quanto pesa nello spogliatoio? Non sta a me giudicarlo, ma penso che per vincere serva una base di giocatori italiani: solo noi quando perdiamo stiamo male. Qualche italiano di troppo è andato via, però ci sono Buffon, Chiellini, Barzagli, Bonucci, Marchisio".
"La Juve può vincere il quinto scudetto consecutivo e andare avanti in Champions League perché è forte, ha perso giocatori importanti ma la mentalità è vincente. Arrivare a Berlino è stato un sogno che si avvera, ma il giorno dopo è stato terribile. A fine partita eravamo demoralizzati, è stata un’occasione che a tanti, compreso me, non ricapiterà mai più. Ai miei compagni ho detto: stasera è brutta, ma domani sarà peggio. Infatti alle 6.40 eravamo tutti a scrivere nella chat di squadra. Nessuno aveva chiuso occhio".
"Maran mi ha fatto subito una buona impressione. La prima volta che ci siamo sentiti mi ha detto: 'Io sono uno diretto'. E io: 'Allora andremo d’accordo'. Il rapporto è partito bene. Conte è un perfezionista, il miglior che ho avuto. Allegri è un bravo allenatore arrivato al momento giusto: ha gestito il gruppo in maniera perfetta. Lippi è un grande motivatore, lui e Conte si assomigliano. Il presidente Campedelli è un bel personaggio: mi parla in veneto e gli rispondo in romano. In settimana ti dà serenità, quando c’è la partita meglio lasciarlo stare, va in trance. Dopo la vittoria con la Lazio gli ho detto: 'Pres, ma che ha letto la classifica al contrario? Siamo primi, sorrida'. Avevo bisogno di rilanciarmi, una squadra che mi permettesse di giocare a buoni livelli".