Getty Images
Juve, Chiellini: 'Dominato per 60', ma regaliamo punti. Nazionale, basta caccia alle streghe! Non so se lascio'
Poi a Sky, sull'argomento nazionale:
Sulla Nazionale, per tornare sulla partita con la Svezia; c’è stato un confronto fra voi senatori nello spogliatoio? È stato sereno?
"Si, il confronto c’è stato, abbiamo cercato sempre di dare una mano all’allenatore e al gruppo, ai ragazzi, magari, più giovani, per arrivare al risultato, perché c’era un’unità d’intenti e contava solo quello. Nessuno di noi si è mai permesso di dare consigli o di dire gioca Insigne, perché tanto si torna sempre lì, e non gioca un altro. Questo perché siamo rispettosi dei ruoli e crediamo fermamente che il giocatore deve fare il giocatore,. Anche perché, quando pensi di voler fare l’allenatore, il presidente, il direttore, uno perde quel focus che, invece, è necessario per giocare partite ad alti livelli. Non c’è mai stata nessuna delegittimazione, anche di quando sono uscite riunioni e tutto, era tutto, soprattutto, concordato ed era per il fine ancor di più di valorizzare il potere che poteva avere l’allenatore sulla squadra e convincere ancor di più la squadra in quello che faceva. I risultati non sono stati soddisfacenti e siamo a un’apocalisse, ma noi ci assumiamo le responsabilità e non stiamo certo a scaricare la colpa solo sull’allenatore. Le colpe sono di tutti e credo vadano divise, ma in questo momento, secondo me, si deve avere grande equilibrio e grande pazienza, perché se si vogliono fare tante scelte per cambiare il calcio in un giorno, credo si vada solo verso una direzione sbagliata. Abbiamo la fortuna di avere sei-sette mesi per preparare le prime partite pseudo importanti che ci saranno a settembre con questo torneo, ma realisticamente le qualificazioni ci saranno tra un anno e mezzo. Non corriamo, lavoriamo bene e portiamo, secondo me, delle persone credibili, nuovi candidati, ma senza fare una caccia alle streghe. Credo ci sia bisogno anche di qualche ex calciatore che possa dar tanto alla Federazione e al calcio italiano, ma non credo che in una settimana si possano risolvere tutti i problemi del calcio in Italia"
Da come parli, sembra che il tuo percorso con la Nazionale non sia finito
"Non lo so. Sinceramente, volevo arrivare al mondiale e lasciare, perché a 33 anni, a 34, che farò il prossimo anno, ho paura e credo di non riuscire a gestire bene il doppio impegno e, quindi, far male, magari, sia alla Nazionale che alla Juve. Questo è un mio timore. È chiaro che adesso mi sento bene, sono in un periodo molto positivo e, fosse domani, giocherei anche cento partite di fila con la Nazionale. Però, l’Europeo è fra quasi tre anni e, quindi, non lo so. Poi, dentro di me, l’Italia è l’Italia, il senso di responsabilità c’è e, sicuramente, non mi tiro indietro. Però, spero come tutti, di vedere un percorso di nuovo fiorente, perché abbiamo questo Europeo 2020 in casa, con il girone a Roma. Ci sono tante cose belle che in futuro può fare questa squadra, sperando, come ho detto, dal punto più basso, di ripartire con tanto entusiasmo, con la passione che Milano c’ha dimostrato, io ho ancora i brividi. Se c’è questo appoggio incondizionato, credo che anche i ragazzi che stanno crescendo, possono davvero far tornare il calcio italiano in alto."
Cosa ti aspetti che succeda domani?
"Mi aspetto, comunque, che ci sia equilibrio, perché alla fine, poi, se si prendono decisioni in un giorno, non si sa chi va e se va qualcun altro che è senza programmi, ma solo per rubare la poltrona, non penso ci sia niente di buono. Io mi auspico che si possa fare un percorso di qualche mese, dove possa essere data l’opportunità anche di nuove elezioni, ma non ora, probabilmente neanche a febbraio. Ci vuole tempo per portare candidati credibili e progetti credibili, senza voler fare, come ho detto prima, una caccia alle streghe. Io, sinceramente, aspetterei un attimo. L’esperienza che ho vissuto nel calcio, mi dice sempre che a caldo tane volte si fanno scelte sbagliate. Ci vuole equilibrio, lucidità e, quindi, grande pazienza in questo momento."