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    Buffon: 'Mi chiedo se sono l'uomo più forte o più infimo, ho temuto zero titoli'

    Buffon: 'Mi chiedo se sono l'uomo più forte o più infimo, ho temuto zero titoli'

    • Nicola Balice, inviato a Roma
    Si prepara a vivere la sua ultima finale di Coppa Italia: questo è lo stato d'animo di Gigi Buffon nella conferenza stampa di presentazione di Juve-Milan.

    ULTIMO GIRO - "E' stata un'annata emotivamente complicata. Cominciata troppo presto per avere poi la forza di gestire con razionalità tutto quello che via via accadeva. E' cominciata da novembre con una delusione che avrebbe ammazzato chiunque. Tant'è che anche recentemente mi svegliavo ogni mattina, mi guardavo allo specchio e dicevo: 'O sei la persona più forte o sei la più infima'. Non mi sono ancora risposto..."

    ZERO TITOLI - "Sì, l'ho temuto. Nessuno regala niente e di semplice non c'è stato nulla. La sceneggiatura che sembrava tratteggiare quest'annata sembrava presagire a un campionato di delusioni. Antenne sempre dritte, dopo quello che è successo nelle ultime due settimane siamo moderatamente convinti. Sfido chiunque ad esserlo all'86' a San Siro".

    FUTURO - "Nulla da aggiungere, ci sarà da parlare tra qualche giorno dopo che mi incontrerò col presidente'

    LA FINALE - "Per la storia che caratterizza le due squadre, col Milan ho cominciato ben presto a capire che non si parte mai per favoriti fin dal 2003 in una finale di Manchester. Contro il MIlan ho giocato quattro finali, due le hanno vinte loro ai rigori, noi una ai rigori e una ai supplementari. Col Milan difficilmente le partite finiscono al 90' perché regna grande equilibrio, sono partite in cui tutto si appiana. E domani immagino sarà la stessa cosa".

    COPPA ITALIA - "In effetti il ricordo di una finale di Coppa Italia è abbastanza impolverato, son passati quasi vent'anni. Già il fatto che abbia l'opportunità di rigiocarla da protagonista è molto bello e stimolante per me. A differenza di vent'anni fa dove non c'era mai spazio per l'altro portiere, penso che negli ultimi sei-sette anni credo che non ci sia più il ruolo del secondo portiere concepito come una volta, una quindicina di partite le fanno sempre. Sono grandi portieri che si abbinano ad un altro, spero, grande portiere".

    STANCHEZZA - "Non esiste in queste partite. Siamo stanchi noi quanto il Milan alla stessa maniera, sarebbe alibi per cercare di gestire un post-brutto risultato"

    DONNARUMMA - "Discorso lungo che meriterebbe una decina di minuti che non abbiamo. Meritatamente Gigi è e sarà il portiere di riferimento italiano, credo anche che dietro questa scuola spinga nel senso che vedendo Meret, Audero, la grande crescita di Perin e le conferme dei più anzianotti Sirigu e Viviano, mi vien da pensare che la scuola de portieri italiani sia ancora molto affidabile. Non voglio dire sia la migliore, altrimenti le squadre di prima fascia non farebbero certe scelte"

    NAZIONALE - "Non è un pensiero ricorrente. Alla vigilia di una finale di Coppa Italia non è una cosa alla quale ho pensato e sto pensando. Sicuramente ricordo non con tanto piacere le polemiche per il disturbo che ho trasmesso alla Nazionale a marzo. Sono uno che ha impostato la propria vita su orgoglio e dignità, o ce l'hai o non ce l'hai. Questi valori mi han fatto anche sbagliare, ma son sempre andato a testa alta nella vita. E' un pensiero, si vedrà".

    AVVERSARIO PIU' FORTE - "La felicità è fatta di buona salute e cattiva memoria. Io ho incontrato talmente tanti campioni che non riuscirei a fare una lista. I tre più grandi credo Messi, Cristiano Ronaldo, Ronaldo e poi tanti altri che sicuramente mi sono scordato". 
     

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