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    Juve, bruciato in borsa un miliardo in quasi tre anni. E rischia per la verifica della Consob

    Juve, bruciato in borsa un miliardo in quasi tre anni. E rischia per la verifica della Consob

    Quando Andrea Agnelli venne nominato presidente della Juventus, nel maggio 2010, il titolo bianconero in Borsa aveva una capitalizzazione di 160 milioni. Dopo aver archiviato ieri l’ennesima giornata negativa a Piazza Affari, l’attuale valore di mercato è di 630 milioni. Ma se prendiamo il record storico dell’aprile 2019 - quasi 1,7 miliardi - ci accorgiamo dell’incredibile dispersione di valore in quasi 3 anni: 1 miliardo. Secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport, c’è un tema di responsabilità “supplementare” della Juve e dei manager nei riguardi di azionisti e investitori, nell’eventualità di false comunicazioni sociali, quindi di rappresentazione non veritiera delle informazioni. Ecco perché la Consob, cioè l’autorità di controllo della Borsa, si era già mossa con un’ispezione sui proventi da gestione diritti calciatori iscritti nei bilanci al 30 giugno 2020 (172 milioni) e al 30 giugno 2021 (43 milioni). Come ha spiegato la Juve nel prospetto informativo sull’aucap, «la Consob può avviare un procedimento amministrativo e “nel caso in cui abbia accertato che i documenti che compongono le relazioni finanziarie non sono conformi alle norme che ne disciplinano la redazione, può chiedere agli emittenti di rendere pubblica tale circostanza e di provvedere alla pubblicazione delle informazioni supplementari necessarie a ripristinare una corretta informazione del mercato”. Ove all’esito dell’eventuale procedimento che fosse avviato nei confronti dell’emittente si verificasse tale circostanza, potrebbero verificarsi impatti negativi anche significativi sulla reputazione e sulla situazione economica e patrimoniale dell’emittente e del gruppo».

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