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    Benatia: 'Secondo voi i dirigenti lasciavano partire Bonucci se immaginavano una Juve in difficoltà?

    Benatia: 'Secondo voi i dirigenti lasciavano partire Bonucci se immaginavano una Juve in difficoltà?

    Mehdi Benatia, difensore della Juventus, ha parlato alla Stampa in vista del derby di domani contro il Torino: "Sarà difficile. Il Torino ha qualità, è stato rigenerato dal cambio di panchina e farà la partita della vita. Giochiamo a mezzogiorno: non mi piace. Il Mondiale? Andare con il Marocco in Russia è un sogno che si realizza, mancavamo da vent'anni. Sento di aver fatto una cosa importante per il mio Paese".

    IL DOPO-BONUCCI - "Ho ritrovato la piena forma fisica e posso esprimere le mie qualità. Negli ultimi anni non ero stato sempre bene, ma a Udine e Roma avevo vissuto periodi così. Secondo voi i dirigenti lasciavano partire uno bravo come Bonucci se immaginavano una Juventus in difficoltà? È servito un po' di tempo, poi abbiamo trovato equilibrio e solidità".

    ADOLESCENZA DURA - "Non ero un ragazzino semplice. A casa tranquillo, fuori no: non ascoltavo e non mi piaceva andare a scuola. Vivere in gruppo era difficile, così, a quattordici anni, mi cacciarono dal centro di formazione di Clairefontaine, dov'ero con Matuidi. Colpa mia, poi non ebbi nemmeno fortuna: mi feci male al ginocchio, a Marsiglia non trovai spazio, ripartii dalla Ligue 2. Quando nacque mia figlia Lina, capii che non potevo più scherzare: attraverso il calcio avrei potuto garantire serenità alla mia famiglia".

    MAROCCO - "Sono nato in Francia e ho giocato nelle nazionali giovanili francesi, però non mi sentivo a casa mia e ho scelto di giocare per la patria di mio padre. Dicono che avrei potuto vincere di più, però non sono pentito, tanto più se vedo come trattano uno come Benzema... È evidente che in questo momento ci sia un problema politico. Essere algerino o marocchino, oggi, non è facile. Ringrazio il calcio che mi permette di offrire un'immagine positiva e aiuta, in assoluto, a far capire che non siamo tutti uguali. Attenzione, però, a non affidare troppe responsabilità ai calciatori: possiamo essere esempi in campo, ma dietro il personaggio c'è una persona con le sue debolezze".

    SCUDETTO E CHAMPIONS - "Sarà difficile fino alla fine, ma sono convinto che abbiamo la possibilità di vincere. Per la gente sembra tutto scontato: non è così, ma in fondo è bello che vincere sia la normalità. Il Napoli gioca il calcio più bello, ma noi siamo più forti e più solidi. Lo abbiamo dimostrato al San Paolo. Contro il Tottenham avremmo potuto fare di più, lo sappiamo, ma siamo certi di poter vincere a Wembley».

    COME IL LIONE - "Le polemiche intorno alla Juventus non le ascolto. Dopo sei anni di nostri successi, in tanti sperano si imponga un'altra squadra. Anche del Lione vittorioso per sette stagioni in Francia ne dicevano tante: la realtà era che le altre erano un passo dietro, come succede oggi in Italia".

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