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    Juve, Allegri difende Vlahovic. Ma non c’è tempo per Dusan: deve fare subito la differenza. Pure in Champions

    Juve, Allegri difende Vlahovic. Ma non c’è tempo per Dusan: deve fare subito la differenza. Pure in Champions

    • Nicola Balice, inviato a Vila-Real
    Con un paio di settimane di ritardo è cominciato il refrain che in parte ci si aspettava già dall’inizio. Certo, Dusan Vlahovic era proprio quello che mancava alla Juve e se il club bianconero ha deciso di mettere a segno un colpo epocale per di più a gennaio, è  perché non poteva permettersi il lusso di farne a meno fino alla prossima stagione. E in effetti, Vlahovic, sembrava davvero aver cambiato tutto nella Juve, dentro come fuori dal campo. Poi sono arrivate le prime stecche dopo le prove da predestinato. Poi sono arrivate le prime difficoltà. Allora Max Allegri ha acceso il disco della difesa d’ufficio, ammesso che poi lo sia per davvero. Tra il derby e il Villarreal, infatti, ecco quelle dichiarazioni che in fondo tutti si aspettavano da subito: è ancora giovane, non ha esperienza, non può risolvere da solo tutto, va aspettato, va difeso. Tutto vero o quasi. Ma se come lo stesso Allegri sa ricordare al momento opportuno, nel calcio come nella vita ci sono le categorie. E se vieni pagato, euro più euro meno, 90 milioni allora la tua categoria deve essere quella di chi fa la differenza. Possibilmente subito. Saper gestire le pressioni non è scontato, ma è uno degli elementi necessari per essere considerato un fuoriclasse vero o potenziale. Ecco perché mentre Allegri, giustamente o inevitabilmente, parla di dare tempo a Vlahovic sa anche che questo tempo Dusan non ce l’ha, almeno non ora. È arrivato subito perché serve subito. Altri ragionamenti si possono e si devono rimandare.

    LA PRIMA - Le prime volte di Vlahovic sono scivolate via alla grande, basti pensare al debutto in bianconero contro l’Udinese quando gli son serviti solo 13 minuti per lasciare il segno. Ora ne arriva una ben più importante e probante, quella sul campo del Villarreal, la sua prima volta in Champions. Appuntamento che non può fallire anche guardando all’assenza di tutti quei leader tecnici ed emotivi in ogni reparto, da Paulo Dybala a Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci. È una Juve che cambia e deve farsi trovare comunque pronta, specialmente in quello che a questo punto e per vari motivi è già tra i più rappresentativi. Non ha paura Vlahovic, sembra programmato in laboratorio come un robot per vincere e fare gol, non possono essere un paio di prestazioni opache o una condizione rivedibile a cambiare giudizio su di lui. Però deve lanciare un segnale forte e chiaro, alla Juve tutto è ingigantito, passare da eroe a errore sembra un attimo, fa parte del gioco. Poi chi è stato acquistato, subito, per fare la differenza può fare una sola cosa per mettere a tacere voci, vocine e vocioni: la differenza. Quindi tocca a Vlahovic, fare gol e trascinare la Juve verso la vittoria. Anche in Champions, soprattutto in Champions. Pure se per lui sarà la prima volta.

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