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  • Juric-Roma, è addio: tutti i motivi di un rapporto mai nato

    Juric-Roma, è addio: tutti i motivi di un rapporto mai nato

    • Alessandro Di Gioia
    Un mese e venti giorni. Tanto poco è durato il regno di Ivan Juric sulla panchina della Roma. Un rapporto realmente mai nato, perché burrascoso sin dai primissimi momenti, e non soltanto per colpa del carattere del tecnico croato, sicuramente non l'uomo ideale per ricreare un rapporto con uno spogliatoio in crisi e frastornato.

    Una scelta
    , quella dei Friedkin, che è apparsa sin da subito scellerata: mandare via una bandiera come Daniele De Rossi, al quale peraltro era stato rinnovato il contratto per tre anni nella parte finale della scorsa stagione, il giorno del ritorno dei quarti di finale di Europa League contro il Milan, per puntare su un tecnico che ha fatto discretamente bene al Torino ma che non si era mai misurato in un top club, che ha bisogno di tempo e preparazione adeguata per proporre il suo calcio dispendioso e soprattutto non appariva l'uomo giusto né dal punto di vista della personalità né da quello della leadership.

    IL CASO DYBALA - L'ultimo episodio, in ordine di tempo, del complicato interfacciarsi tra l'allenatore ex Torino e i suoi calciatori è stata l'esclusione di Paulo Dybala dalla lista dei convocati per la sfida col Bologna, dopo che l'argentino non è sceso in campo nemmeno un minuto nella partita di giovedì in Europa League, in Belgio contro l'Union Saint Gilloise. A far discutere sono state le tempistiche delle frasi di Juric: nel primo pomeriggio era previsto un provino accordato con lo staff medico, per capire le condizioni dell'argentino, ma rima ancora del test l'allenatore aveva già annunciato che Dybala non ci sarebbe stato, nonostante filtrasse che l'ex Juventus stesse bene. Un giallo in un momento già complicato, che ha segnato la via per il ko di oggi.

    LITIGI E DISSIDI - Lo stesso Juric, nella conferenza stampa antecedente alla sfida contro il Torino, aveva parlato apertamente di scontri e dissidi con i propri calciatori, ammettendo l'atmosfera infuocata. Litigi che sono andati in scena anche nell'intervallo della gara del Franchi persa per 5-1 contro la Fiorentina, soprattutto con alcuni senatori della squadra, come Bryan Cristante e Gianluca Mancini, il quale infatti non era rientrato in panchina. Un rapporto complicato anche con il capitano, Lorenzo Pellegrini, altro assente oggi: proprio il numero 7 e i senatori giallorossi sono stati presi di mira dagli striscioni di contestazione, assieme a presidente e dirigenza. 
     

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    Utente Cm 58045
    Utente Cm 58045

    Facile... Allenatore scarso e squadra peggio. Io connubio non poteva funzionare

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