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  • Roma-Juric, fiducia rinnovata ma il malumore cresce: prossime due sfide decisive

    Roma-Juric, fiducia rinnovata ma il malumore cresce: prossime due sfide decisive

    • Daniele Aloisi
    Ivan Juric trova la seconda sconfitta stagionale da quando è sulla panchina della Roma. Dopo quella europeo contro l’Elfsborg ieri sera i giallorossi hanno perso all’Olimpico contro l’Inter. Decisivo il doppio errore di Zalewski e Celik che spianano la strada ai nerazzurri. La situazione in classifica non è delle migliori e la contestazione dei tifosi ancora non si placa. Giovedì allo stadio Olimpico è in programma il match europeo contro la Dinamo Kiev che potrebbe rappresentare uno spartiacque per il futuro di Juric.

    DINAMO E FIORENTINA – Ivan Juric continua a vedere il bicchiere mezzo pieno. La sua Roma ha resistito un’ora contro l’Inter. Poi si è fatta male da sola. La sua posizione sembra essere sempre in bilico nonostante la rinnovata fiducia di Ghisolfi: “Ha bisogno di tempo”. Ma nella Capitale il malumore cresce. Le sfide contro Dinamo Kiev e Fiorentina saranno decisive. I giallorossi non possono più sbagliare e in caso di doppia sconfitta potrebbero aprirsi scenari improvvisi. Ad oggi, però, Juric non è a rischio. Ma con i Friedkin la sorpresa è dietro l’angolo. L’ipotesi più plausibile potrebbe essere quella di un clamoroso ritorno di Daniele De Rossi che però aveva detto poco dopo l’esonero: “Questa volta non torno più”. L’obiettivo resta quello di ritornare in Champions League e ad oggi la quarta posizione (occupata dal Milan) dista 4 punti. Non una grande distanza, ma servono i risultati per riconquistare anche la fiducia dell’ambiente.

    IL MALUMORE DEI TIFOSI – L’esonero di Daniele De Rossi ha innescato una serie di proteste. La Curva Sud anche ieri ha espresso il proprio dissenso nei confronti della società definita assente. Prima dell’inizio della partita c’è stato anche qualche fischio per Ivan Juric al momento della lettura delle formazioni. Inoltre, in molti hanno criticato le sue scelte. Una su tutte quella di schierare Zalewski in un match così delicato. E quella di far uscire Koné al 53’ e di lasciare in campo Cristante, sempre più nel mirino della tifoseria. 
     

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