Jacobelli: Thohir non lo sa, con Mancini è Moratti che si 'riprende' l'Inter
Thohir e chi gli sta attorno, soprattutto alcuni zelanti collaboratori italiani, non lo sanno o fanno finta di non saperlo. Ma con Mancini, è Moratti che si 'riprende' l'Inter. Non certo dal punto di vista della proprietà e degli assetti societari.
Thohir non s'adombri: Moratti è e rimane il primo tifoso nerazzurro e il ritorno di Mancini è prima di tutto la vittoria dei tifosi nerazzurri. I quali hanno sempre apprezzato la professionalità, la serietà, la dedizione alla causa di Mazzarri. Ma il feeling non è mai nato e i risultati altalenanti, il gioco che non arrivava mai, il nervosismo a fior di pelle, le bottigliette d'acqua scagliate rasoterra sul prato di San Siro, la costante ricerca di alibi in mezzo alla palude in cui squadra e tecnico si erano cacciati, hanno fatto il resto.
Se c'è un aspetto in questa vicenda che spicca rispetto a tutti gli altri è la nuova centralità del tifoso dell'Inter, il suo ruolo decisivo e insostituibile, più forte di ogni teoria contabile, di ogni marketing, di ogni merchandising per usare i termini inglesi tanto cari al nuvo corso.
E, forse, sarebbe il caso di ricordarlo agli strateghi commercial-comunicazionali di cui il signore indonesiano si è circondato in quantità industriale. Quelli che, per esempio, hanno calpestato oltre un secolo di storia del club, partorendo le orripilanti maglie di questa stagione, dalla prima a righine al pigiama modello esportazione. La forma è anche sostanza. Può darsi che Thohir cominci a capirlo come ha capit chi sia e che cosa rappresenti Moratti per l'Inter, Anche se adesso ne ha il trenta per cento.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com