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  • Jacobelli: Roma immensa, Tagliavento disastro. Altro che Seedorf:  il ko Milan è il fallimento del mercato di Galliani

    Jacobelli: Roma immensa, Tagliavento disastro. Altro che Seedorf: il ko Milan è il fallimento del mercato di Galliani

    Una Roma immensa  - e questo è l'unico aggettivo appropriato per descrivere la sua ultima impresa - batte il Milan che si ferma a cinque vittorie consecutive e torna a -5 dalla Juve.
    Il nono successo di fila della squadra di Garcia (e 25 partite su 35 senza subire gol) è scaturito da un'altra, magistrale prova d'orchestra, sublimata dal gol di Pjanic e dal raddoppio di Gervinho propiziato dalla conclusione di Totti, ribattuta da Abbiati sui piedi dell'ivoriano. Questa Roma gioca un calcio da Champions e, se come chiede Garcia, Pallotta ne rafforzerà l'organico surante il mercato estivo, questa Roma farà divertire ancora di più sia i suoi tifosi sia chi giallorosso non è, ma ama il bel gioco e applaude la macchina da gol costruita dall'ex tecnico del Lille, autentico mattatore nel suo primo campionato in Italia.
    In una serata magica per la Roma, è riuscito ancora una volta ad essere protagonista in negativo il mitologico Tagliavento, il peggior arbitro della nostra vita. Braschi si ostina a mandarlo in campo, nonostante le nefandezze che hanno costellato la sua stagione (e le precedenti). Stiamo parlando dell'uomo che non vide il gol di Muntari, costato uno scudetto ai rossoneri; lo stesso che nel dicembre 2013 non vide 4 giocatori dello Schalke in fuorigioco convalidando un gol irregolare che costò al Basilea l'eliminazione dalla Champions; l'uomo che durante Torinno-Atalanta si è inventato il rigore più inesistente negli annali del calcio. Questo stesso signore, ieri sera doveva cacciare subito dal campo Robinho, dopo la sua agghiacciante entrata su Toloi che ha rischiato di stroncarne la carriera: naturalmente, Tagliavento non l'ha fatto, anche se era a due passi dall'azione.
    Ma, per fortuna di Tagliavento, c'è chi dall'Olimpico è uscito con le ossa ancor più rotte. Si chiama Adriano Galliani, 69 anni, da ventotto Numero Due del Milan. Garcia, a ragione, sostiene che il gol di Pjanic farà il giro del mondo, tanto è stato meraviglioso.
    Ogni volta che i tifosi rossoneri lo rivedranno, è presumibile ricordino la fatidica frase pronunciata da Galliani il 1° agosto scorso: "Con Silvestre, la difesa del Milan è a posto". Naturalmente, se la retroguardia ha preso 46 gol in 35 partite, non è colpa dell'ex interista che, complessivamente ha assommato 4 presenze essendo stato molto sfortunato.
    La colpa è di chi ha sbagliato il mercato per due anni di fila, dopo avere allineato in bacheca 28 trofei fra nazionali e internazionali, ma proprio per questo dovrebbe avere la buona creanza di lasciare in pace Seedorf in pace e pensare agli errori commessi per non ripeterli più. Invece no. Dopo la sconfitta con la Roma, l'olandese (16 punti nelle ultime 7 gare) ha invitato i cronisti a rivolgersi a Galliani per avere lumi sul suo futuro. E il 4 maggio c'è il derby. Berlusconi intanto, è andato a Porta a porta per dire che il Milan non è in vendita. Non una parola su Seedorf che, parola di Barbara Berlusconi, in gennaio è stato chiamato proprio da suo padre. Ma che Milan è questo?

    Xavier Jacobelli
    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

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