Jacobelli: un'Italia a immagine di Conte e con la classe di Zaza
Non ci sono dubbi: è il nuovo ct il valore aggiunto della nuova Italia e la squadra lo segue che è un piacere. "Gioca chi merita", ribadisce Conte dopo il secondo successo consecutivo e fa bene a ripeterlo a ogni piè sospinto. Mai più vogliamo rivedere l'ectoplasma di Nazionale che, tre mesi fa in Brasile, colò a picco, prima con la Costarica e poi con l'Uruguay. Questa è tutta di un'altra pasta, grazie a Dio. L'abbiamo capito nel primo tempo e, ancora di più nella ripresa quando, superato il prevedibile forcing norvegese, l'Italia ha ripreso il comando delle operazioni, controllando gli avversari.
E, se è vero che Conte batte e ribatte sul concetto del collettivo è altrettanto vero che, su tutti, spicca Simone Zaza, 23 anni, 2 presenze e 1 gol in Nazionale, una traversa e un pallonetto delizioso che sarebbe potuto essere il suo secondo sigillo se non ci fosse stato l'intervento in extremis di Farren.
Zaza ha classe. Zaza è uno che mangia l'erba tanta voglia ha di sfondare, come ha annotato in questi giorni uno che lo conosce bene, Mino Favini, maestro di calcio e di vita nella scuola atalantina di Zingonia dove l'attaccante del Sassuolo è cresciuto. Zaza è già diventato uno dei simboli del nuovo corso. E, se è naturalmente presto per dire che una grande Italia sia nata, è sicuramente il momento di applaudire questo ragazzo che ha dimostrato che cosa voglia dire l'orgoglio di giocare in Nazionale, mettendosi al servizio della squadra. Se lo capisce anche Balotelli, siamo a posto.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com