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    Jacobelli: Juve, convinci Tevez a restare

    Jacobelli: Juve, convinci Tevez a restare

    Carlitos Tevez si conferma un caposaldo della Juve anche fuori dal campo. Nella lunga e interessante intervista  rilasciata ad Antonino Milone e a Guido Vaciago per Tuttosport, il capocannoniere del campionato dimostra di essere un autentico punto di riferimento per la squadra campione d'Italia e per i tifosi. Oltre a ribadire di essere un uomo talmente di parola, da avere avvertito il club, addirittura con un anno e mezzo d'anticipo, circa la sua intenzione di tornare in Argentina dopo il 30 giugno 2016, quando scadrà il suo contratto.
    Fra le affermazioni più significative dell'argentino, abbiamo scelto queste.
    Del Piero. «La casacca numero 10 della Juve, per la sua storia, sarà sempre di Del Piero. Io, però, difenderò questa maglia alla morte, perché quando la indosso non penso ad alcun numero. Penso, piuttosto, allo stemma della Juventus, che in Italia è grande. Mi dà piacere indossarla e pensare che la responsabilità più grande è difendere lo scudo della Juve, non semplicemente la maglia».  
    Pogba. "Paul si sveglia ogni mattina, ti abbraccia, ti dà un bacio, è sempre uguale. Se vale 100 milioni? Ok, però di recente ha detto in un’intervista di valere zero: va benissimo così, per i tifosi, per la gente. Ha detto le parole corrette e noi lo ascoltiamo. Paul ha la testa giusta, è già maturo: diventerà un campione, su questo siamo tranquilli»
    Il contratto. «L’ho già detto più volte, il discorso per me è chiuso. Quando ho firmato per tre anni con la Juve, ho detto fin dall’inizio, anche alla società, che quello sarebbe stato il mio ultimo contratto prima di tornare al Boca. Ma nessuno ha commentato nulla. In seguito ho detto le stesse cose, compreso il fatto che a fine contratto sarei tornato a casa. Il problema è che quando non c’è notizia, si cerca di tirarla fuori. Prima, però, voglio vincere tutto qui».  
    La Juve. "Qui non accade nulla perché in questa squadra non si può scherzare. Alla Juve è la squadra che comanda il tutto, non Conte o qualcun altro. In questa squadra c’è rispetto di tutti per tutti. Ecco perché qui Osvaldo non potrebbe combinare casini».  
    Gli arbitri. "Io penso che nel calcio si vinca o si perda dentro il campo. Non è l’arbitro che ti fa vincere o perdere una partita. E chi gioca sa perfettamente di cosa sto parlando. Sono cose che rovinano il calcio. Non si vuole capire che è del tutto normale che un arbitro possa sbagliare, non lo fa certamente di proposito. A tutti capita di commettere un errore, anche ai giocatori, allo stesso Tevez, oppure ad Allegri, o Buffon. C’è sempre qualche giocatore che protesta, anche quando perde 3-1, per un rigore o un fallo non fischiato o chissà cos’altro. Non posso pensare che abbia perso una partita per colpa dell’arbitro: semplicemente ho fatto male. E dunque, se perdo vado a casa e rifletto sui miei errori. In Argentina o Inghilterra non succede nulla di simile: è una questione di cultura».
    Sarebbe davvero un peccato se un campione del calibro di Tevez lasciasse il calcio italiano. Ecco perché la Juve deve fare di tutto per convincerlo a restare. E non ci sonon dubbi che la Juve lo farà.

    Xavier Jacobelli
    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

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