Jacobelli: Menez Tacco di Dio, Inter Icardi show, Atalanta e Samp volano, Juve-Lotito scontro totale, Napoli crisi
Sugli scudi ci sono anche la splendida Atalanta di Colantuono e la Samp con la grinta di Mihajlovic che inseguono a quota 4. L’altra squadra del giorno è l’Inter, dopo la goleada rifilata al Sassuolo, cui non hanno fatto bene i giorni di gloria azzurra firmati Zaza e Berardi il quale, con la gomitata a Juan Jesus si è rimesso nei guai: Conte e Di Biagio hanno subito preso nota. Come il 22 settembre 2013 a Reggio Emilia, anche ieri a San Siro l’implacabile regola del 7 ha spazzato via gli emiliani, troppo brutti per essere veri.
Il tris di Icardi, la doppietta di Osvaldo, lo show di Kovacic hanno galvanizzato Mazzarri che non pone limiti alla crescita della sua squadra. Gabbiadini e Okaka sono il Nuovo Cinema Samp, alla quale reclamizzare un film sulle maglie, evidentemente, porta bene. Il Toro senza Immobile e Cerci deve sperare che Amauri e Quagliarella ingranino alla svelta, sennò è buio pesto. Male la Fiorentina che senza Giuseppe Rossi annaspa in un gioco inconcludente, mentre Mario Gomez è irriconoscibile e sbaglia gol in viola come ha fatto in Nazionale, tanto che Montella l’ha sostituito dopo 56 minuti, sperando che Bernardeschi ripetesse la prodezza firmata con l’Under 21. Niente da fare. Il Genoa ringrazia.
Vince la Lazio di Pioli, in un Olimpico tornato a ripopolarsi, non per Lotito, ma "per il nome e per il mito", come recitava un emblematico striscione inalberato dai tifosi che, del presidente presenzialista e arrogante, nel club come in Nazionale, non ne possono più.
Non ne può più nemmeno la Juve e a Lotito non le ha mandate a dire, via Marotta: “Troppo potere concentrato in una persona sola è pericoloso”, ha avvertito il dirigente campione d’Italia, puntando l’indice contro le ripetute invasioni di campo del laziale in azzurro. Il tutore di Tavecchio ha replicato stizzito che lui parla solo con Agnelli, non considerando l’amministratore delegato bianconero alla sua altezza. L’ennesima dimostrazione di protervia e di iattanza di un signore che, alla buon’ora, dovrebbe imparare a tacere e a stare al posto suo. Impresa ardua, se non impossibile, per uno che ogni volta che parla, è convinto di spiegarci come giri il mondo. E non ha ancora capito che il mondo non gira attorno a lui.
La Juve e' sempre più nemica dell'asse Lotito-Tavecchio e si ritrova alleata su questo fronte proprio la Roma, sua prima rivale nella corsa per il titolo. Aspettando il Malmoe, Allegri si gode Tevez e Marchisio, ma, soprattutto, l'ex milanista che dietro l'angolo intravede già la supersfida con i rossoneri, sta abbattendo il muro di scetticismo e di diffidenza che molti tifosi bianconeri avevano eretto al suo arrivo, in particolare gli orfani di Conte. Il calcio, si sa, cancella tutto molto in fretta: così, l'ovazione del pubblico bianconero ad Allegri, dopo la netta vittoria sull'Udinese, per il tecnico ha avuto un significato corroborante. La Roma va, grazie ad un autogol in casa di un Empoli bello, ma inconcludente. Molti elogi, zero punti e Sarri che giustamente invoca maggiore concretezza dalla sua giovane squadra. Intanto, sono già tornati i razzisti. Tavecchio ha annacquato le misure contro i barbari e subito, a Torino, hanno risuonato cori anti-napoletani. Occhio all'Uefa: se la Disciplinare stanga Tavecchio anche con un solo giorno di inibizione per le frasi razziste del 25 luglio, in Figc può succedere di tutto. Il peggio deve ancora venire.
In tarda serata a Napoli ha preso corpo un'indiscrezione non confermata sulla crisi insanabile fra De Laurentiis e Benitez dopo la clamorosa sconfitta in casa contro il Chievo. Monta la fronda dei tifosi contro lo spagnolo, ma anche contro il presidente: l'eliminazione nel preliminare di Champions e il ko contro i veronesi sono benzina sul fuoco della delusione partenopea. Ora può succedere di tutto.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com