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    Jacobelli: le polemiche sulla Juve a Trigoria? Ha ragione De Rossi, calcio italiano in ritardo di vent'anni

    Jacobelli: le polemiche sulla Juve a Trigoria? Ha ragione De Rossi, calcio italiano in ritardo di vent'anni

    "Se non basta l'invito del Papa per un calcio non violento, non so che cosa possa bastare. Non so se sarà davvero così. Il nostro calcio è indietro di 10 o 20 anni, qui si interpreta con un amore che diventa spesso eccesso. Per una partita pizza e fichi, volano schiaffi e pugni. Il dilettantismo? È il succo di questo sport, la passione ed il divertimento che ogni tanto si perdono quando il calcio diventa un lavoro e non più un gioco".

    Era martedì scorso, quando queste parole venivano pronunciate da Daniele De Rossi, 30 anni, 306 presenze e 30 gol nella Roma, 90 presenze e 15 gol in Nazionale con la quale è diventato campione del mondo nel 2006 e vicecampione d'Europa nel 2012.

    Uno dei più forti centrocampisti del mondo non immaginava che, soltanto quattro giorni più tardi, un episodio assolutamente normale in un mondo dello sport regolato dal fair play e dalla signorilità, sarebbe diventato fonte di accese polemiche. E proprio a Trigoria, la casa della Roma  e di De Rossi.

    L'ospitalità concessa dalla Roma alla Juve, che si è allenata sui campi del centro sportivo Fulvio Bernardini, non è soltanto un atto dovuto a norma di regolamento. E' un gesto apprezzabile proprio perchè un altro calcio sia possibile e vada nella direzione auspicata da Papa Francesco.

    Al contrario, questa è stata un'iniziativa tutta sbagliata, secondo i tifosi giallorossi che hanno contestato il club di Pallotta, evocando la memoria di Francesco Sensi offesa nel quinto anniversario della sua scomparsa, la rivalità con la Lazio, il nemico del mio nemico che diventa mio amico, eccetera eccetera. Sembrano cronache marziane, sono sconfortanti cronache italiane, Anno Domini 2013.

    Aveva annotato ancora profeticamente De Rossi: "Una conferenza stampa congiunta Roma-Lazio anche alla vigilia del derby? Non credo siamo pronti  Basta vedere quel che è successo a Pjanic: per aver detto che, se proprio doveva perdere il derby allora meglio con un gol di Lulic, sono arrivati insulti. Quella sconfitta ancora brucia, ma loro sono stati moderati nei festeggiamenti, noi avremmo fatto molto peggio. Magari, un passo alla volta, si può migliorare".

    Ecco, un passo alla volta. Brava, Roma.

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com


     


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