Jacobelli: la Juve gigante che inchioda il disastro Milan firmato da Berlusconi
Una Juve gigante ha letteralmente frantumato un Milan piccolo piccolo, inchiodando il disastro di Berlusconi. Perché è evidente che due anni e mezzo di mercati sbagliati, giocatori sopravvalutati, allenatori strapazzati come fazzoletti di carta, scelte tecniche balorde, non possano non essere addebitati in primis a chi tutto questo ha autorevolmente avallato, con l'aggravante di continuare a dipingere una realtà che non esiste e non è mai esistita. Galliani, intanto, si arrampica sul replay del gol di Tevez che, a suo dire, la tv non ha mostrato sufficientemente bene e annuncia: "Scatenerò un putiferio in Lega". Forse sarebbe meglio se il putiferio lo scatenasse quando si ritrova davanti Berlusconi a Milanello o incrocia le sbiadite controfigure di quello che una volta era il Grande Milan.
Per esempio, come poteva un centrocampo Muntari-Essien-Poli reggere l'urto di Marchisio che, da solo, l'ha praticamente fatto a pezzi, esaltando il reparto di cui Pirlo, Pogba e Vidal sono i capisaldi? E lasciamo stare la difesa, sennò l'ulcera dei tifosi rossoneri diventa inguaribile. Chi l'ha costruita questa squadra in estate, dovendo poi precipitosamente cambiarla di corsa in gennaio, firmando addirittura sei acquisti? Chi ha preso Van Ginkel e Torres, per sbolognare il quale all'Atletico è stato necessario comprarne il cartellino dal Chelsea ad un prezzo mai ufficialmente reso noto? Che senso ha avuto andare a Dubai a fine dicembre, per giocare e vincere un'esibizione con il Real a scapito della preparazione (come ha sottolineato Inzaghi) e cominciare l'anno prendendo legnate a destra e a manca come non accadeva dal 1941?
Oggi il Milan accusa 24 punti di distacco dalla Juve dopo 22 giornate: com'era la storia raccontata da Berlusconi il 23 gennaio scorso, prima del doppio ko con la Lazio? "Non abbiamo nulla da invidiare ad altri organici": se è una barzelleta non fa ridere. Purtroppo, non è una barzelletta. Nei giorni precedenti la partita con la Juve, grazie alla consumata tattica del diversivo, l'attenzione generale è stata distratta dalla grancassa sul progetto del nuovo stadio. Che, malauguratamente, per ora è un progetto, sebbene confermi come Barbara Berlusconi stia lavorando sodo per il futuro. Ma è il presente che non c'è. Vero, Silvio?
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com