Jacobelli: Inter massacrata dagli arbitri, ma l'arrogante Nicchi zittisce Moratti. Ci parli di Tagliavento e Tommasi
Che l'Inter sia maestra nel complicarsi la vita, è assodato. Il caso Guarin-Vucinic è lì a ricordarlo. Che la prima stagione di Mazzarri a Milano sia caratterizzata da evidenti difficoltà, pure.
Un punto, però, è incontrovertibile: non soltanto l'Inter non si vede accordare un rigore dall'8 maggio 2013, ma, è dall'inizio della stagione che la squadra nerazzurra viene sistematicamente tartassata dagli errori arbitrali.
Tanto che Massimo Moratti, a proposito dell'ultima direzione di Rizzoli che ha danneggiato i nerazzurri, ha osservato: "Le decisioni degli arbitri nei confronti dell'Inter? Ne ho parlato anche troppo quando ero presidente, però non è migliorato niente. Mi sembra anche che ci sia la stessa arroganza da parte di chi dirige. Rizzoli comunque ha arbitrato molto bene, è stata una svista. Sfortuna che è stata nei nostri confronti, però mi è sembrato che per il resto abbia arbitrato molto bene. E' stata una svista, che però a noi è costata cara".
Moratti ha detto cose giuste e ha usato il termine più appropriato per definire l'atteggiamento di alcuni arbitri, convinti di essere dei padreterni, quando, al contrario, dovrebbero soltanto sparire, cioè non farsi notare.
Ma il presidente dell'Aia, Marcello Nicchi, anziché chiedere scusa per le sviste degli uomini di Braschi, ha reagito a muso duro, Con la classe e l'eleganza diun elefante in un negozio di porcellane, ha sputato l'ennesima sentenza: "Io parlo solo di arbitri e mi auguro che qualcuno impari presto a guardare in casa sua".
Nicchi è il signore che, quando si candidò alla presidenza degli arbitri per la prima volta (purtroppo siamo al secondo mandato) promise gli arbitri in tv dopo le partite per spiegare le loro decisioni. Vigliacco se ne abbiamo visto almeno uno. Nicchi non ha avuto nemmeno il coraggio di nominare Moratti, ma ha confermato in pieno come l'arroganza sia il male peggiore che assilli la categoria, peraltro contraddistinta da un'inquietante mediocrità tecnica.
"Io parlo solo di arbitri", dice Nicchi. E di che cosa dovrebbe parlare il presidente degli arbitri? Della riforma della legge elettorale? Delle previsioni del tempo?
E siccome Nicchi "parla solo di arbitri", perchè non ci spiega come mai troppe direzioni siano così scadenti? Come mai l'Inter non riceva un rigore dall'8 maggio 2013? Come mai fra gol regolari annullati, fuorigioco che non c'erano, troppe partite dei nerazzurri siano un manuale del perfetto incapace di arbitrare? Perché Nicchi non ci parla degli scandalosi arbitraggi di Tagliavento a Torino e di Tommasi a Firenze?
Ma chi caspita si crede di essere Nicchi, per rispondere così male al presidente onorario di uno fra i club più importanti del mondo e che appartiene alla storia del calcio mondiale? Ma quando la pianta Nicchi? Forse quando se ne andrà. Finalmente. E quel giorno arriverà sempre troppo tardi.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com