Jacobelli: il mesozoico Blatter ha scoperto che in Qatar fa troppo caldo (e gli Indignados brasiliani l'aspettano)
Per la tranquillità di Joseph Blatter, 78 anni, svizzero, ininterrottamente presidente della Fifa dal '98 dopo esserne stato direttore tecnico sino all'81 e segretario generale sino al '98, a mano a mano che il Mondiale si avvicina (calcio d'inizio 12 giugno, San Paolo, Brasile-Croazia), l'ideale sarebbe che qualcuno gli suggerisse di rimanere defilato. Di non farsi notare. Di contare fino a cento ogni volta che apre bocca e, arrivato a cento, di ricominciare a contare. Macché.
Sentite le ultime facezie, ammannite stavolta alla platea francese: "Sono ferocemente un conservatore e per questo non voglio la moviola in campo. Bisogna imparare a convivere con gli errori umani. Sicuramente il mio calcio non è responsabile per la morte degli operai negli stadi in Brasile. Qatar 2022? La data migliore sarebbe a fine anno, bisogna essere realisti. Per me si dovrebbe cambiare, anche se il Qatar vorrebbe che tutto restasse così, perché lì non si può giocare in estate, ma si potrebbe giocare alla fine di quell'anno. In Qatar c'è un'organizzazione del lavoro sbagliata, queste morti non sono provocate dal calcio. Sono le grandi imprese, tedesche e francesi soprattutto, che sono responsabili".
Sulla moviola in campo conosciamo la posizione ferocemente antistorica, retriva e ipocrita del presidente della Fifa, il quale sa benissimo che la moviola in campo è ufficialmente nata il 9 luglio 2006 all'Olympiastadion di Berlino, teatro della finale mondiale tra Francia e Italia. Se il quarto uomo Medina Cantalejo non avesse segnalato la testata di Zidane a Materazzi all'arbitro Elizondo, Zizou sarebbe rimasto regolarmente in campo e forse, il suo amico Blatter, anzichè non premiare gli azzurri campioni del mondo, si sarebbe catapultato dai Galli qualora avessero vinto loro.
Ma la moviola in campo sparisce, al cospetto degli otto operai morti sinora nei cantieri di Brasile 2014 e degli oltre già mille operai deceduti nei cantieri di Qatar 2022. Piuttosto che scaricare le responsabilità sulle aziende appaltatrici lavandosene le mani, Blatter avrebbe potuto spendere molte e più parole di solidarietà verso le famiglie dei caduti sul lavoro per i mondiali, annunciando se, quando e come la sua ricchissima organizzazione intenda intervenire concretamente in loro sostegno.
Come ha scritto Marco Bellinazzo, autorevole giornalista del Sole 24 Ore, titolare del blog Calcio & Business, sempre bene informato sulle vicende Fifa, il fattore Brasile 2014 ha inciso sui conti della Federcalcio mondiale a cominciare dal rapporto annuale per il 2011 (certificato da Franco Carraro, presidente della commissione di audit).
Il documento ha evidenziato un utile di 36 milioni di dollari (circa 27 milioni di euro). La Fifa può contare su riserve per 1,293 miliardi di dollari. Gli introiti sono stati di 1,070 miliardi di dollari, le spese di 1,034 miliardi. Il 75% di queste ultime hanno riguardato l'organizzazione di eventi calcistici o programmi di sviluppo. Gli introiti – tra marketing e diritti tv - provengono al 92% dall'organizzazione del Mondiale 2014 in Brasile. Per non parlare della cascata di denaro in arrivo dal Qatar.
Già, il Qatar. Blatter ha scoperto che lì, in estate non si può giocare perchè la temperatura oscilla fra i 40 e i 50 gradi all'ombra. Eppure, lo si sapeva già sin dal dicembre 2010, quando i mondiali vennero assegnati al ricchissimo Stato che tutto può comprare. Ora Blatter ripropone le date invernali che sconvolgerebbero i calendari del calcio mondiale, a cominciare da quelli europei.
All'appuntamento mancano ancora otto anni. Adesso c'è il Brasile alle porte. Nel 2013, alla Confederations Cup, Blatter venne sbertucciato dal pubblico a tal punto che ha già comunicato di avere rinunbciato a tenere il discorso inaugurale. Saggia scelta, che, temiamo, non salverà l'ex colonnello dalle calorose accoglienze annunciate dagli Indignados brasiliani in qualunque stadio Blatter metterà piede.
Il 19 giugno 2013, in un'intervista rilasciata all'emittente TV Globo, a proposito delle centinaia di migliaia di brasiliani scesi nelle piazze per protestare contro gli sprechi, la corruzione, la miseria e le spese folli per la Confederations Cup,i Mondiali 2014 e Olimpiadi 2016, il presidente della Fifa sentenziò: "Chi protesta, non dovrebbe usare il calcio per le proprie rivendicazioni. Il calcio è più importante dell’insoddisfazione delle persone».
Questo è il capo del calcio mondiale da 16 anni e vuole ricandidarsi per altri quattro. Lunga vita agli Indignados.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale ww.calciomercato.com