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Iturbe dura un'ora, Hart rovina tutto: Milan avanti solo grazie ai singoli
Da un intreccio (Milan-Torino di Coppa Italia e lunedì prossimo di campionato) all’altro (sarà ancora Juve-Milan dopo il campionato e la finale di Supercoppa). L’ottavo di Coppa Italia non lo supera propriamente la squadra di Montella, piuttosto lo passano alcuni dei suoi uomini migliori. Su tutti Giacomo Bonaventura, che in tre minuti ribalta sia la sua prestazione (molle nel primo tempo), sia il risultato (un assist e un gol). Una spanna sotto va collocato Suso che costringe Hart a deviare malamente (la palla resta viva anziché finire in angolo) sul primo gol e poi scucchiaia un assit in mezzo per il secondo (girata spettacolare di Bonaventura).
L’ottimo risultato mimetizza una prestazione milanista buona solo nella ripresa. Nel primo tempo troppi errori in difesa e troppa timidezza a centrocampo. Il Torino, alla fine, avrebbe meritato almeno il pareggio (e quindi il prolungamento dei supplementari), ma ha avuto il torto di non concretizzare le occasioni che gli sono capitate prima e dopo il vantaggio dei rossoneri. Belotti, come al solito, ha dato un senso al modo di attaccare della sua squadra. Mihajlovic ama e pratica le ripartenze, aver preso e schierato Iturbe (ma Iago Falque era infortunato) lo ha premiato. Non esattamente all’inizio, quando il neo arrivato ha sbagliato sette (dicesi sette) palloni consecutivi e sembrava il più spaesato della partita. All’ottavo, però, ha compiuto una mezza meraviglia, l’altra mezza gliel’ha concessa De Sciglio che, oltre a seguirlo alto, cioé dalla linea di metacampo, non è riuscito a contrastarlo mai. L’azione è stata bellissima non solo per la velocità (con palla annessa) di Iturbe, ma perché scientemente è stata svuotata la zona di destra (sinistra per la difesa milanista) dove proprio Iturbe è andato a pescare Benassi, puntuale prima nell’inserimento e poi nel tocco per la profondità di Belotti, che ha anticipato Donnarumma con la punta del destro. Situazioni del genere non sono casuali, ma congeniate. Grave, invece, che la difesa del Milan risultasse scoperchiata e Gustavo Gomez fosse colto in latitanza assoluta. Subito dopo, gli scappava via pure Ljajic che serviva Belotti, rimpallato al momento del tiro. Difesa del Milan quasi in tilt (in avvio anche un paio di errori di Paletta), attacco quasi staccato dal resto della squadra, dal centrocampo un inserimento di Bertolacci e un tiro al volo di Kucka. Poco. Pochissimo.
Da come è cominciata la ripresa (tiro di Iturbe, Belotti anticipato da Paletta su assit di Ljajic), pensavo che il Torino potesse controllare il resto della gara in assoluta tranquillità. Invece il calo di ritmo non ha favorito la squadra in vantaggio, ma quella che doveva rimontare. Il MIlan, infatti, ha trovato palleggio e precisione. Ha alzato il centrocampo. Ha fatto girar palla sugli esterni per costringere De Silvestri e Barreca all’uno contro uno di fronte a Bonaventura e Suso. Ma la rimonta sarebbe stata comunque difficile per il Milan se Hart non ci si fosse messo di mezzo. La conclusione dal limite di Suso era angolata, ma non potente. E, su una palla del genere, il portiere deve sempre mettere in angolo, non deviarla larga. Cosa che, invece, sventuratamente ha fatto l’inglese. Bonaventura, lesto e libero, è piombato sulla sfera cercando il secondo palo dove è spuntato Kucka per la battuta a porta vuota. Nemmeno il tempo di chiedersi cosa fosse successo e il Torino si è trovato sotto. Nessuna pressione sull’assist di Suso, nessuna marcatura su Bonaventura e risultato ribaltato in tre minuti.
Prima di rimanere in dieci (espulso Barreca all’85’), il Torino ha avuto un’occasionissima con Belotti solo davanti a Donnarumma (deviazione in uscita) e poi ha premuto, un po’ confusamente, per un quarto d’ora, lasciando il contropiede al Milan (errori di Bonaventura e di Lapadula, clamoroso). Mihajlovic ha cambiato uomini e modulo (4-2-4), Montella uomini e obiettivo (giocare la palla senza necessariamente affondare). Vale anche così, ma stavolta gliel’hanno vinta i singoli.
L’ottimo risultato mimetizza una prestazione milanista buona solo nella ripresa. Nel primo tempo troppi errori in difesa e troppa timidezza a centrocampo. Il Torino, alla fine, avrebbe meritato almeno il pareggio (e quindi il prolungamento dei supplementari), ma ha avuto il torto di non concretizzare le occasioni che gli sono capitate prima e dopo il vantaggio dei rossoneri. Belotti, come al solito, ha dato un senso al modo di attaccare della sua squadra. Mihajlovic ama e pratica le ripartenze, aver preso e schierato Iturbe (ma Iago Falque era infortunato) lo ha premiato. Non esattamente all’inizio, quando il neo arrivato ha sbagliato sette (dicesi sette) palloni consecutivi e sembrava il più spaesato della partita. All’ottavo, però, ha compiuto una mezza meraviglia, l’altra mezza gliel’ha concessa De Sciglio che, oltre a seguirlo alto, cioé dalla linea di metacampo, non è riuscito a contrastarlo mai. L’azione è stata bellissima non solo per la velocità (con palla annessa) di Iturbe, ma perché scientemente è stata svuotata la zona di destra (sinistra per la difesa milanista) dove proprio Iturbe è andato a pescare Benassi, puntuale prima nell’inserimento e poi nel tocco per la profondità di Belotti, che ha anticipato Donnarumma con la punta del destro. Situazioni del genere non sono casuali, ma congeniate. Grave, invece, che la difesa del Milan risultasse scoperchiata e Gustavo Gomez fosse colto in latitanza assoluta. Subito dopo, gli scappava via pure Ljajic che serviva Belotti, rimpallato al momento del tiro. Difesa del Milan quasi in tilt (in avvio anche un paio di errori di Paletta), attacco quasi staccato dal resto della squadra, dal centrocampo un inserimento di Bertolacci e un tiro al volo di Kucka. Poco. Pochissimo.
Da come è cominciata la ripresa (tiro di Iturbe, Belotti anticipato da Paletta su assit di Ljajic), pensavo che il Torino potesse controllare il resto della gara in assoluta tranquillità. Invece il calo di ritmo non ha favorito la squadra in vantaggio, ma quella che doveva rimontare. Il MIlan, infatti, ha trovato palleggio e precisione. Ha alzato il centrocampo. Ha fatto girar palla sugli esterni per costringere De Silvestri e Barreca all’uno contro uno di fronte a Bonaventura e Suso. Ma la rimonta sarebbe stata comunque difficile per il Milan se Hart non ci si fosse messo di mezzo. La conclusione dal limite di Suso era angolata, ma non potente. E, su una palla del genere, il portiere deve sempre mettere in angolo, non deviarla larga. Cosa che, invece, sventuratamente ha fatto l’inglese. Bonaventura, lesto e libero, è piombato sulla sfera cercando il secondo palo dove è spuntato Kucka per la battuta a porta vuota. Nemmeno il tempo di chiedersi cosa fosse successo e il Torino si è trovato sotto. Nessuna pressione sull’assist di Suso, nessuna marcatura su Bonaventura e risultato ribaltato in tre minuti.
Prima di rimanere in dieci (espulso Barreca all’85’), il Torino ha avuto un’occasionissima con Belotti solo davanti a Donnarumma (deviazione in uscita) e poi ha premuto, un po’ confusamente, per un quarto d’ora, lasciando il contropiede al Milan (errori di Bonaventura e di Lapadula, clamoroso). Mihajlovic ha cambiato uomini e modulo (4-2-4), Montella uomini e obiettivo (giocare la palla senza necessariamente affondare). Vale anche così, ma stavolta gliel’hanno vinta i singoli.