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Italiano è l'eterno sconfitto: via dalla Fiorentina anche per scacciare questa odiosa etichetta
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UNA FINALE DIVERSA, MA UGUALE - La Fiorentina era favorita, ha giocato bene, non senza sbavature ma mostrando una consapevolezza differente rispetto a Praga, anche perché la cifra tecnica di quel West Ham, con Declan Rice su tutti a centrocampo, era elevatissima. Stavolta la pecca dei viola è stata quella di non segnare, prima con Bonaventura e poi con Kouamé, quando ce n'è stata l'occasione. E poi il finale: sostituzione in difesa, chi entra commette un errore e rovina tutto. L'anno scorso Igor per Ranieri (Quarta in panchina), quest'anno Ranieri per Biraghi (Parisi in panchina). L'ex Empoli sarebbe stato alla sua prima finale, aveva senso affidarsi a Ranieri, ma il campo ha parlato. E' stato un errore.
E ORA? - Dopo Praga si è deciso di ripartire da capo, ma stavolta non sarà possibile, quasi sicuramente: mezza rosa è in scadenza o ci si avvicina pericolosamente, tra 2024 e 2025, e due finali perse in due anni sono un peso gravoso da sopportare. Fare tabula rasa serve a tutti, sia alla Fiorentina, che è pronta a scegliere tra Palladino e Aquilani, sia a Italiano, che deve provare a togliersi altrove l'etichetta di eterno perdente in finale, anche visto e considerato che una parte dell'ambiente viola ha con lui un rapporto conflittuale. Firenze è così, non perdona, sa amare ma sa anche essere eccessivamente severa. Adesso tutto è saturo, e dopo l'inutile (per merito di viola e Atalanta) recupero del 2 giugno, una pagina lunga tre anni sarà voltata. Rileggendola, saprà di amaro, ma sarà rimpianta per tutte le emozioni che ha portato con sé.