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  • Italia, Spalletti in difesa dei fedelissimi: "Credo in Jorginho" e "Di Lorenzo come un figlio". La svolta altrove

    Italia, Spalletti in difesa dei fedelissimi: "Credo in Jorginho" e "Di Lorenzo come un figlio". La svolta altrove

    • Emanuele Tramacere, inviato a Lipsia
    L'Italia che stasera a Lipsia si giocherà in una sola partita il passaggio del turno agli ottavi di finale degli Europei di Germania 2024 avrà una faccia leggermente diversa da quella delle altre due gare giocate contro Albania (vinta 2-1 in rimonta) e soprattutto Spagna (dove il ko per 1-0 è stato fin troppo benevolo per quanto visto in campo). Luciano Spalletti intervenendo in conferenza stampa per presentare la gara lo ha di fatto confermato, ma dopo tre giorni di grandi critiche non è sulle scelte tattiche, bensì sulla difesa del suo gruppo che il Commissario Tecnico Italiano ha incentrato i concetti più importanti del suo intervento. E scendendo più nel dettaglio è sulla difesa dei suoi fedelissimi, Jorginho e Di Lorenzo, che il tecnico toscano si è maggiormente soffermato. 

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    LA DIFESA DEI FEDELISSIMI - La prestazione dell'esterno del Napoli, schiacciato da Nico Williams e soprattutto quella del centrocampista dell'Arsenal, con Spalletti "pizzicato" a criticarlo aspramente (con la "candida camera puntata" per usare le sue parole) per la mancanza di personalità nell'andare a prendere la palla in uscita, sono finite inevitabilmente al centro del ciclone mediatico che sta attorniando gli Azzurri. Il ct però proprio da loro vuole ripartire e a loro non vuole fare a meno. Per questo Jorginho, seppur nel difetto della prestazione con la Spagna, resta un perno imprescindibile: "unico nel dire agli altri come devono comportarsi, e di quei giocatori lì ne abbiamo pochi in gruppo. Per questo credo in lui". E per questo Di Lorenzo, seppur in enorme difficoltà, ha già saputo reagire: "Di Lorenzo è veramente come se fosse mio figlio e io faccio sempre fatica a fare a meno delle sue qualità. L'intesa è talmente diretta che si capisce tutto da come rientra in campo il giorno dopo...".

    PSICOLOGIA - Uno Spalletti ancora una volta psicologo che però non rinnega nessuna delle sue scelte e, anzi, ora pretende dai suoi ragazzi quella voglia di riscatto vista in allenamento. "Non è che questi giocatori me li hanno imposti, li ho scelti io. Ora quella partita (con la Spagna ndr) deve averci insegnato tante cose. Abbiamo subito un dolore per come è andata a finire. Il recupero psicologico è presto fatto perché se non si fa risultato si va a casa". Recupero mentale archiviato e squadra compatta e ritrovata. Ora con la Croazia la differenza la farà il campo perché almeno parole il gruppo ha superato la batosta subita a Gelsenkirchen contro la Spagna.

    SCELTE - E sul campo Spalletti scioglierà i due dubbi che ancora si porta dietro nelle scelte finali di formazione. Il rebus più grande rimane Dimarco, che ha sì recuperato, ma in questi giorni non ha mai lavorato con la squadra. Darmian e Cambiaso (che può giocare anche alto) si giocano il posto con lui, ma la sorpresa potrebbe essere anche il ritorno a una difesa a 3 classica in stile Inter. Del resto di jolly in campo ce ne sono parecchi, e le "certezze da ritrovare" a cui ha fatto riferimento potrebbero portare anche a questa svolta. Difficile, dato che il ct non vuole rinunciare alla sua idea di gioco. E allora i "cambi" di cui ha parlato in conferenza potrebbero essere in realtà solo di filosofia di gioco. A tratti più attendista e più fisica, con Jorginho in regia affiancato da Cristante e con Retegui e non Scamacca al centro dell'attacco. A conti fatti però, serve fare risultato, altrimenti, si torna a casa.

    LA PROBABILE - Italia (4-2-3-1): Donnarumma; Di Lorenzo, Bastoni, Calafiori, Darmian; Cristante, Jorginho; Cambiaso, Barella, Chiesa; Retegui.

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