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    Italia, Sirigu: 'Candreva al PSG? Non ne abbiamo parlato'

    Italia, Sirigu: 'Candreva al PSG? Non ne abbiamo parlato'

    In conferenza stampa, a quattro giorni dalla gara dell'Italia contro la Costa Rica, parla Salvatore Sirigu, titolare contro l'Inghilterra: "Quando ho saputo di dover giocare, quando sono rientrato in camera prima della partita, ho ricevuto tante telefonate ed sms e mi sono reso conto che la cosa stava diventando seria. La partita, invece, l'ho vissuta in maniera serena e l'emozione è un po' passata. Primo sardo in porta in Nazionale? È un orgoglio rappresentare in Nazionale la mia regione, alla quale sono affezionato".

    Sulle sue passioni: "Il mio cavallo di nome Genio? Si chiamava già così: è un cavallo di origine francese, che si chiamava Genial ed io l'ho italianizzato. Arte e architettura? È una cosa che mi interessa e, abitando in una città come Parigi, mi piace scoprire alcuni posti".

    Sui suoi inizi da attaccante: "Da bambino avevo iniziato come attaccante esterno, ma, poi, presto mi sono accorto che il mio destino era segnato".

    Sul suo colloquio con Buffon: "Mi ha dato l'in bocca al lupo e mi ha detto di stare sereno. La cosa che mi ha fatto piacere è il fatto che ha detto che era contento che giocassi. Il fatto che lui fosse sereno, ha dato serenità anche a me".

    Sullo scarso utilizzo dei giovani in Italia: "Penso che, rispetto al passato, in Italia ci dobbiamo abituare a vedere alcuni giocatori ad andare a giocare all'estero. La mia scelta è stata il Psg perché era una squadra in crescita ed il tempo mi ha dato ragione. Credo che in Italia ci sia spazio per i talenti di esprimersi, ma le scelte di vita non devono essere necessariamente legate al paese di origine. Consiglio di andare all'estero? No, ma ti dà una grande esperienza di vita. Io consiglierei di andare in una squadra che ti faccia crescere come talento e persone e questo può succedere all'estero come in Italia".

    Sull'esperienza in Champions: "Giocare in una squadra che lotta per vincere in ogni competizione ti da una forma mentale diversa, misurarti con quella dimensione e scoprire se sei in grado di farne parte o no".

    Sulla Costarica: "Non mi ha sorpreso tanto perché avevo sempre sostenuto. Ha la Costarica sarebbe stata un avversaria difficile per tutti. Mi è capitato di giocare in Champions contro Campbell e mi aveva già impressionato: sapevo che sarebbe stato un giocatore che, in questo Mondiale, con questo clima, avrebbe potuto esprimere tutto il suo potenziale. La Costarica è una squadra fisica, che corre, quindi, con il clima che troveremo, ara molto difficile averne ragione. Partita chiave? È importante perché una vittoria può essere decisiva per entrambe per vincere il girone. È una gara delicata per tutte e due. Noi vogliamo assolutamente vincere, loro hanno voglia di soffrire e non credo che si fermeranno alla prima partita. La loro vittoria contro l'Uruguay ha un po' scombussolato le previsioni su questo Mondiale".

    Sulle sue condizioni: "Ho avuto una botta di caldo e stanchezza stamattina, perché abbiamo fatto un viaggio lunghissimo ieri. Ero sfinito, ma nel complesso sto bene e sono abbastanza contento".

    Su Candreva al Psg: "Con Candreva non ho ancora parlato di questa possibilità: vedo che si potrebbe trasferire da noi è, se dovesse chiedermi, gli dirò la mia opinione sul club e l'ambiente in generale".

    Sulla sua passione per i videogiochi: "In quelli di guerra io è Thiago Motta siamo da medaglia d'oro, mentre in quelli di calcio Cerci, Verratti, Immobile e Insigne sono i migliori. In quelli di basket, De Rossi sembra di essere bravo ma non lo è"

    Sulla gara di contro la Costarica alle 13: "A livello fisico c'è un dispendio di energie ampio. Anche l'altro giorno, ad un certo momento, le condizioni climatiche non permettevano di respirare. Giocare alle una, quando farà più caldo, cambierà sia a livello fisico sia a livello di concentrazione: saranno fondamentale la preparazione atletica ed il fatto di saper sopportare mentalmente la fatica".

    Sulla sorpresa per le sue prestazioni: "Fortunatamente mi sto abituando a partite importanti, decisive e questa è una fortuna, che ti può aiutare in momenti come questo. Però, il Mondiale è sempre il Mondiale. La partita più o meno è la stessa, ma è l'ambiente, il contorno, che cambia e questo rischia di condizionare un po' l'avvicinamento alla partita".

    Sui migliori portieri del Mondiale: "Credo che Neuer sia un portiere completo, in ottima forma in questo momento e da qualche anno. Poi c'è Courtois, che sta dimostrando a tutti che può essere tra i primi al mondo".

    Sul futuro in Nazionale: "Per me il futuro è solo la prossima partita e l'obbiettivo generale di superare il girone. Quando sei in nazionale non pensi al ruolo che puoi avere, ma sei contento a prescindere di dare il tuo contributo: sono i momenti come questi in cui è veramente bello far parte di questa squadra. Per questo, non penso al futuro come sostituto di Buffon: mi accontento di quello che sto vivendo adesso...".
     

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