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Vivo x lei, Jacobelli: Tikitalia Prandelli (93,19% di passaggi riusciti: è record)
Inghilterra - Italia è stata una grande partita. Un piacere da guardare e da vivere. Pochi fronzoli, tanto bisogno di non farsi cogliere da un colpo di calore e un agonismo apprezzabile. Io agli inizi mi aspettavo una battaglia più dura, ma evidentemente il clima asfissiante ha tolto ai giocatori in campo anche la voglia di picchiarsi. Notevole però l'intervento di Cahill su Balotelli, che in un solo tackle è riuscito a piazzare due calcetti e una chiusura a forbice. Giù il cappello.
L'Italia ha giocato una partita da manuale: quando i valori sono così livellati e le squadre si equivalgono, bisogna essere bravi a sfruttare quel poco che si crea. Meglio di così non si poteva fare: la rete iniziale del vantaggio è stata stupenda, quella decisiva da salto sulla poltrona per il valore. A questo aggiungiamoci un pallonetto strepitoso da posizione impossibile salvato sulla linea, una punizione pazzesca finita sulla traversa e un'occasione di Immobile fermato in fuorigioco dubbio. Direi che il merito non è in discussione.
A farmi storcere il naso sono stati i primi venti minuti, nei quali avevo le mani nei capelli: vedo i centrocampisti dell'Italia che giocano tutti vicini e si passano il pallone tra di loro senza un motivo apparente. "Tiki Taka?!", penso scandalizzato e atterrito nella mia testa. Noi come lo chiamiamo, tocchino tocchetto? Sta di fatto che mi sono trovato in imbarazzo a vedere quel modo di giocare. Sappiamo che in Spagna il senso di quel gioco si può trovare in due concetti. Primo, far correre a vuoto gli avversari dietro un pallone che non recupereranno mai. Secondo, mentre i giocatori si passano il pallone fra di loro, quelli senza palla si muovono come dannati negli spazi senza star fermi un secondo, in modo da creare occasioni di attacco.
Il tocchino tocchetto dell'Italia è stato imbarazzante perché non serviva né al primo scopo né al secondo. Semplicemente erano tutti piantati come pali a terra e ogni spazio era chiuso. Non sapevano proprio che fare, non c'era un movimento che fosse uno davanti.
Per fortuna siamo stati salvati dal pubblico, mai come in questo caso nostro dodicesimo uomo in campo: è stata proprio la ribellione sugli spalti, con la gente inviperita per il pietoso spettacolo, a dare una svolta alla gara.
"Siamo venuti per vedere una partita di calcio. Il pallone passatevelo tra di voi quando fate la rifinitura sul campo di allenamento".
Acclarato che in Brasile odiano il tiki taka, rendiamo lode alla patria del calcio, mai così lungimirante. Per fortuna poi le cose sono un tantino migliorate e la partita è decollata, finendo addirittura sui binari giusti.
Il possesso di palla va bene negli ultimi minuti o in una fase particolarmente calda della partita, ma costruirci sopra un intero sistema di gioco è da evitare assolutamente. La Spagna può farlo con successo perché è la Spagna e lo fa nel giusto modo. Proprio parlando di Spagna, a me brillano ancora gli occhi nel ricordare la partita contro l'Olanda: spagnoli che passano e si ripassano il pallone, olandesi che lo recuperano e in tre passaggi vanno in porta.
Questo è anche il nostro calcio. Per essere più precisi, questo è Il Calcio. Bilanciamo un po' meglio il nostro gioco e le soddisfazioni arriveranno.
L'Italia ha giocato una partita da manuale: quando i valori sono così livellati e le squadre si equivalgono, bisogna essere bravi a sfruttare quel poco che si crea. Meglio di così non si poteva fare: la rete iniziale del vantaggio è stata stupenda, quella decisiva da salto sulla poltrona per il valore. A questo aggiungiamoci un pallonetto strepitoso da posizione impossibile salvato sulla linea, una punizione pazzesca finita sulla traversa e un'occasione di Immobile fermato in fuorigioco dubbio. Direi che il merito non è in discussione.
A farmi storcere il naso sono stati i primi venti minuti, nei quali avevo le mani nei capelli: vedo i centrocampisti dell'Italia che giocano tutti vicini e si passano il pallone tra di loro senza un motivo apparente. "Tiki Taka?!", penso scandalizzato e atterrito nella mia testa. Noi come lo chiamiamo, tocchino tocchetto? Sta di fatto che mi sono trovato in imbarazzo a vedere quel modo di giocare. Sappiamo che in Spagna il senso di quel gioco si può trovare in due concetti. Primo, far correre a vuoto gli avversari dietro un pallone che non recupereranno mai. Secondo, mentre i giocatori si passano il pallone fra di loro, quelli senza palla si muovono come dannati negli spazi senza star fermi un secondo, in modo da creare occasioni di attacco.
Il tocchino tocchetto dell'Italia è stato imbarazzante perché non serviva né al primo scopo né al secondo. Semplicemente erano tutti piantati come pali a terra e ogni spazio era chiuso. Non sapevano proprio che fare, non c'era un movimento che fosse uno davanti.
Per fortuna siamo stati salvati dal pubblico, mai come in questo caso nostro dodicesimo uomo in campo: è stata proprio la ribellione sugli spalti, con la gente inviperita per il pietoso spettacolo, a dare una svolta alla gara.
"Siamo venuti per vedere una partita di calcio. Il pallone passatevelo tra di voi quando fate la rifinitura sul campo di allenamento".
Acclarato che in Brasile odiano il tiki taka, rendiamo lode alla patria del calcio, mai così lungimirante. Per fortuna poi le cose sono un tantino migliorate e la partita è decollata, finendo addirittura sui binari giusti.
Il possesso di palla va bene negli ultimi minuti o in una fase particolarmente calda della partita, ma costruirci sopra un intero sistema di gioco è da evitare assolutamente. La Spagna può farlo con successo perché è la Spagna e lo fa nel giusto modo. Proprio parlando di Spagna, a me brillano ancora gli occhi nel ricordare la partita contro l'Olanda: spagnoli che passano e si ripassano il pallone, olandesi che lo recuperano e in tre passaggi vanno in porta.
Questo è anche il nostro calcio. Per essere più precisi, questo è Il Calcio. Bilanciamo un po' meglio il nostro gioco e le soddisfazioni arriveranno.
Manigoldo 10 (da vivo x lei)
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Caro Manigoldo,
la sua disamina è interessante e presta il fianco ad alcune considerazioni.
1) Nella fornace di Manaus, la Nazionale ha giocato una delle migliori partite all'esordio in un Mondiale. Senza Montolivo, Buffon e De Sciglio, con tre soli campioni del mondo 2006 nello schieramento iniziale, l'Italia ha mostrato personalità, organizzazione di gioco, capacità di soffrire sino all'ultimo istante.
2) Il campo ha premiato la coerenza di Prandelli. La difesa a quattro protetta da De Rossi e con Sirigu assolutamente all'alatezza della situazione, i centrocampisti di qualità e sostanza, la regia strepitosa di Pirlo, la duttilità di Candreva, la disinvoltura con la quale Darmian ha occupato la scena, pur essendo soltanto alla seconda presenza in azzurro, la capacità di Balotelli di essere al posto giusto nel momento giusto (dei 13 gol segnati in Naziknale, 11 li ha realizzati in gare ufficiali): le scelte del ct sono state azzeccate. E, a proposito del riferimento al tiki taka, possiamo dire che il selezionatore stia percorrendo la via che porta a un modello Italia della formula che ha fatto le fortune del Barça guardioliano. Lo dimostra il record assoluto di passaggi riusciti: 554, cioè il 93,19% del totale, superando il 92,72% del 1986 e i record della Spagna campione del mondo. Tutti esaltano super Pirlo, ora il tiqui taka è azzurro
3) Nessuno nasconde le difficoltà accusate da Paletta e gli stenti di Chiellini a riadattarsi al ruoo di terzino sinistro. Tant'è vero che, aspettando la Costa Rica, si ipotizza l'ingresso di Abate con il ritorno di Cheillini al centro della difesa. Ma l'importanza della vittoria sugli inglesi risiede proprio nello stato di emergenza in cui è maturata. La Costa Rica sarà un altro ostacolo durissimo, molto più di quanto alla vigilia del torneo si potesse immaginare. Ma bisogna fidarsi di Prandelli. Calciomercato.com l'ha scritto prima del mondiale. E non cambia idea.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com
APRI ORA IL TUO BLOG IN VIVO X LEI, GLI INTERVENTI PIU' INTERESSANTI SARANNO DISCUSSI DAL DIRETTORE JACOBELLI
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Caro Manigoldo,
la sua disamina è interessante e presta il fianco ad alcune considerazioni.
1) Nella fornace di Manaus, la Nazionale ha giocato una delle migliori partite all'esordio in un Mondiale. Senza Montolivo, Buffon e De Sciglio, con tre soli campioni del mondo 2006 nello schieramento iniziale, l'Italia ha mostrato personalità, organizzazione di gioco, capacità di soffrire sino all'ultimo istante.
2) Il campo ha premiato la coerenza di Prandelli. La difesa a quattro protetta da De Rossi e con Sirigu assolutamente all'alatezza della situazione, i centrocampisti di qualità e sostanza, la regia strepitosa di Pirlo, la duttilità di Candreva, la disinvoltura con la quale Darmian ha occupato la scena, pur essendo soltanto alla seconda presenza in azzurro, la capacità di Balotelli di essere al posto giusto nel momento giusto (dei 13 gol segnati in Naziknale, 11 li ha realizzati in gare ufficiali): le scelte del ct sono state azzeccate. E, a proposito del riferimento al tiki taka, possiamo dire che il selezionatore stia percorrendo la via che porta a un modello Italia della formula che ha fatto le fortune del Barça guardioliano. Lo dimostra il record assoluto di passaggi riusciti: 554, cioè il 93,19% del totale, superando il 92,72% del 1986 e i record della Spagna campione del mondo. Tutti esaltano super Pirlo, ora il tiqui taka è azzurro
3) Nessuno nasconde le difficoltà accusate da Paletta e gli stenti di Chiellini a riadattarsi al ruoo di terzino sinistro. Tant'è vero che, aspettando la Costa Rica, si ipotizza l'ingresso di Abate con il ritorno di Cheillini al centro della difesa. Ma l'importanza della vittoria sugli inglesi risiede proprio nello stato di emergenza in cui è maturata. La Costa Rica sarà un altro ostacolo durissimo, molto più di quanto alla vigilia del torneo si potesse immaginare. Ma bisogna fidarsi di Prandelli. Calciomercato.com l'ha scritto prima del mondiale. E non cambia idea.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com
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