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Retegui e Kean, la Nazionale cancella la rinascita nei club: perché non insieme?
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TROPPO SOLI - Il dato impressionante è il numero di palloni toccati dal centravanti dell'Atalanta al momento del cambio proprio con Kean. Solo 8, di cui 3 dal dischetto del centrocampo per far partire e ripartire il gioco. Nel mezzo tante sportellate, generose per carità, ma una partecipazione quasi nulla all'azione perché stretto nella morsa prima di Konaté e poi di Saliba. Un po' meglio la punta della Fiorentina che ha sfruttato il mini-forcing azzurro e soprattutto una presenza differente fra le linee come quella di Raspadori.
IL MODULO - Proprio la presenza del numero 10 Azzurro può essere la chiave per Spalletti per il futuro. È vero che il centrocampo a rombo permette al CT di schierare le 3+1 mezzali di talento che abbiamo (Barella, Frattesi e Tonali), ma allo stesso tempo lascia due centravanti che sicuramente non eccellono spalle alla porta a battagliare con difensori spesso molto fisici.
PERCHÈ NON INSIEME? - E allora, avendo avuto la riprova con la confusionaria presenza di Raspadori in questo finale, perché non fare un passo indietro e provare, almeno una volta, a vedere i due bomber in campo insieme? Del resto Retegui con l'Atalanta ha Lookman e De Ketelaere a girargli attorno. Kean nell'Atalanta ha Colpani e Gudmundsson (o Beltran) a giostrargli in prossimità. Che sia questa l'indicazione che il nostro campionato sta dando e che Spalletti ancora non ha colto?
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