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    Italia-Albania, Reja a CM: "Asllani voleva giocare con gli Azzurri, Djimsiti in campo con la sigaretta in bocca"

    Italia-Albania, Reja a CM: "Asllani voleva giocare con gli Azzurri, Djimsiti in campo con la sigaretta in bocca"

    • Francesco Guerrieri
    Dal 14 giugno i riflettori sono accesi sulla Germania per l'Europeo 2024, al quale l'Italia si presenta da campione in carica dopo il trionfo di Roberto Mancini a Wembley tre anni fa. La data da cerchiare in rosso sul calendario però è sabato 15 giugno, quando gli Azzurri affronteranno l'Albania nella gara d'esordio nel torneo. La nazionale di Sylvinho è al secondo Europeo dopo quello del 2016 in Francia, per arrivare a questa qualificazione è stato fatto un lavoro pianificato e ponderato nei dettagli dietro al quale c'è anche la mano di un italiano.

    Dopo Beppe Dossena, De Biasi e Panucci, nel 2019 l'Albania sceglie Edy Reja come nuovo ct. A 73 anni l'ex allenatore di Napoli, Lazio e Atalanta si rimette in gioco prendendo una nazionale: "E' stata un'avventura positiva - racconta nella nostra intervista - La difficoltà è stata lavorare durante la pandemia, il presidente mi aveva chiesto di lavorare sul cambio generazionale con l'obiettivo di qualificarsi all'Europeo, e direi che ci siamo riusciti".

    Possiamo dire che se l'Albania è a Euro 2024 è anche merito suo?
    "Di tutto il mio staff. Diciamo che abbiamo apparecchiato bene la tavola per la qualificazione, cercando di alzare il livello calcistico dell'Albania. Da quel punto di vista c'era qualche difficoltà...".

    Che torneo faranno secondo lei?
    "Mi piacerebbe che fosse la sorpresa, ma considerando il girone con Croazia, Spagna e Italia immagino che non abbiamo molte possibilità. Però occhio a non sottovalutarli, perché ci sono molti giocatori con esperienza che giocano in Italia".

    Qual è il pericolo numero uno per la nostra Nazionale?
    "Di prendere sottogamba l'Albania. Guai a farlo, perché durante i tre anni e mezzo che sono stato lì abbiamo lavorato molto sul fare esperienza in vista di queste competizioni".

    Punto di forza dell'Albania in campo?
    "Sono bravi a chiudere gli spazi e ripartire sugli esterni, bisogna stare attenti ai loro contropiedi. Nel girone di qualificazione si sono piazzati al primo posto davanti a Polonia e Repubblica Ceca, stiamo attenti...".

    Affrontare molti giocatori che conoscono la Serie A è un punto a favore o un ostacolo in più?
    "Credo sia uno svantaggio, perché la maggior parte dei giocatori albanesi conosce la mentalità del nostro calcio".

    Chi è il giocatore della nazionale dal quale è rimasto più impressionato?
    "Djimsiti è un esempio sia in campo che fuori, una persona straordinaria. Quando era con noi giocava con la sigaretta in bocca, figuratevi ora che ha fatto esperienza e ha vinto un'Europa League. Mi vengono in mente anche Ramadani del Lecce e Keidi Bare, un centrocampista classe '97 che gioca nell'Espanyol e due anni fa voleva il Verona".

    E Asllani?
    "Voleva aspettare la convocazione con l'Italia (a due anni si è trasferito con la famiglia dall'Albania in provincia di Pisa, ndr), ma parlando anche con il ds dell'Empoli e con i genitori l'abbiamo convinto ad accettare la chiamata dell'Albania per avere la possibilità di giocare di più".

    Ci racconta una curiosità o un aneddoto della sua avventura da ct?
    "Ricordo che giocavamo ogni tre giorni con delle trasferte lontane: Islanda, Lituania, Kazakistan... Considerando anche il periodo del Covid e tutti i tamponi che dovevamo fare il tempo per allenarci era davvero poco, così un giorno, scherzando, dissi che ci saremmo allenati in aereo".

    Ha qualche rimpianto durante la sua esperienza sulla panchina della nazionale albanese?
    "Un rigore che non ci hanno concesso, e col quale saremmo potuti andare al Mondiale in Qatar. Affrontavamo la Polonia di Paulo Sousa, perdemmo 1-3 ma sul 2-1 per loro l'arbitro italiano Massa ci ha negato un penalty nettissimo: avremmo potuto fare il gol del 2-2 e andare noi al Mondiale, perché alla fine la Polonia ha chiuso il girone a +2 da noi e ai playoff è stata sorteggiata con la Russia e si è qualificata senza giocare a seguito della sospensione degli avversari per via della guerra".

    A 78 anni è pronto a tornare di nuovo in pista?
    "No no, basta. Ho finito. L'età avanza e lo stress sarebbe tanto, non ho più ambizioni. E' vero che allenare una nazionale richiede meno tempo rispettoa un club, ma la responsabilità di fronte a una nazionale intera che ti guarda è tanta. Io oggi mi sento gratificato dal fatto che qui in Italia ci sono tanti albanesi che si ricordano di me e mi riconoscono".

    @francGuerrieri 

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