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    Intermania, la corrida non basta: Mourinho s'inchina alla squadra più forte d'Italia

    Intermania, la corrida non basta: Mourinho s'inchina alla squadra più forte d'Italia

    • Cristian Giudici
    Roma-Inter fu la prima tappa del Triplete. Il 5 maggio 2010 Milito decise la finale di Coppa Italia all'Olimpico, dove nel finale venne espulso Totti per un calcione rifilato a Balotelli. Ieri non c'era alcun trofeo in palio, ma nello stesso stadio si è giocata la stessa partita con lo stesso clima da corrida e lo stesso verdetto. Nulla da rimproverare ai calciatori giallorossi e al loro allenatore: con tutte quelle assenze tra infortuni, squalifiche e acciacchi vari, erano inferiori tecnicamente. Allora (comprensibilmente e anche giustamente) hanno provato a metterla sul piano della cattiveria agonistica. 

    Non è bastato perché l'Inter ha confermato di essere in forma, sia dal punto di vista fisico, sia sotto l'aspetto psicologico. Esemplare la maturità con cui capitan Brozovic (tornato ai livelli dei tempi d'oro) e compagni hanno giocato, prima aspettando pazientemente il momento giusto per sbloccare il risultato con Dimarco su assist di Dumfries e poi gestendo il vantaggio prima di chiudere la gara col colpo del ko di Lukaku su assist di Lautaro. Entrato al posto del solito evanescente Correa, che ha avuto pure il coraggio di lamentarsi per la sostituzione. 

    Mourinho si è inchinato: "L'Inter è la squadra più forte in Italia". Non è il primo a dirlo o a pensarlo. Ma ormai è inutile rimuginare sulle 11 sconfitte in questo campionato. Meglio pensare al doppio derby con il Milan in Champions League, alle ultime 4 giornate di Serie A (Sassuolo, Napoli, Atalanta e Torino) e alla finale di Coppa Italia contro la Fiorentina. Sognando di arrivare a Istanbul il 10 giugno per provare a trasformare in epica una stagione che rischiava di diventare fallimentare. Certe cose può farle solo l'Inter. 
     

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