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    Intermania: Inzaghi soffre i "giocatorini" che non ha, sul mercato vince Oaktree

    Intermania: Inzaghi soffre i "giocatorini" che non ha, sul mercato vince Oaktree

    • Cristian Giudici
    Troppo spettacolo al Meazza. L'incredibile 4-4 tra Inter e Juventus evidenzia pregi e difetti di entrambe le squadre. Cambiate rispetto all'1-0 della passata stagione, quando il campo aveva mostrato un enorme gap, che invece ora si è assottigliato. I bianconeri sembrano in parabola ascendente, ma ancora acerbi per vincere subito lo Scudetto. Invece i campioni d'Italia danno la sensazione di essere un gruppo in parabola discendente, se non addirittura quasi a fine ciclo. 

    La carta d'identità non mente: l'Inter schiera la formazione più vecchia della Serie A per età media, la Juve la seconda più giovane dopo il Parma. In questo campionato i nerazzurri, secondi in classifica a meno 4 dal Napoli, hanno perso 5 punti prendendo gol nei minuti finali contro Genoa, Milan e appunto Juventus. Tre indizi fanno una prova. I clean sheet con Roma e Young Boys sono arrivati più per demeriti degli avversari che per meriti della difesa. 

    L'Inter ha subito 13 gol nelle prime 9 giornate, di cui 8 in casa: soltanto Lecce, Verona, Genoa, Cagliari e Parma hanno fatto peggio tra le mura amiche. Andando avanti di questo passo a fine campionato le reti subite saranno 54. Da quando la Serie A è passata da 18 a 20 squadre nel 2004 nessuno ha vinto lo Scudetto prendendo così tanti gol. La squadra campione d'Italia con la difesa più battuta è la Juventus di Sarri, che incassò 43 reti nella stagione 2019/2020 condizionata dalla pandemia coronavirus. A seguire ci sono l'Inter di Mourinho nel 2009/2010 e quella di Mancini nel 2006/2007 con 34 gol presi. 

    Dati del genere danno ragione alla nuova linea dettata da Oaktree sul mercato: stop agli arrivi di nuovi calciatori over 30. In questo senso per esempio si sta rivelando giusto il "no" al difensore spagnolo Mario Hermoso, che sta facendo male alla Roma dopo essersi svincolato a parametro zero dall'Atletico Madrid. 

    Aver costruito una rosa in grado di schierarsi sempre e soltanto col 3-5-2 come sistema di gioco è un'arma a doppio taglio. Da una parte permette alla squadra di giocare quasi a memoria. Vedere per credere l'azione del gol del 2-2 segnato dal numero 22 Mkhitaryan, arrivato al tiro dopo un'azione durata un minuto e 15 secondi con 22 passaggi di fila senza far toccare palla agli avversari. 

    L'altro lato della medaglia è l'assenza di alternative al solito copione, come degli esterni offensivi tecnici e veloci, capaci di creare superiorità numerica saltando l'uomo nell'uno contro uno. L'Inter ha solo Buchanan, appena rientrato dall'infortunio. Il nazionale canadese è un investimento in prospettiva futura, ma oggi è una riserva. Invece la concorrenza ha più soluzioni: i "giocatorini" Yildiz e Conceiçao alla Juventus, Kvaratskhelia e Neres al Napoli, Leao e Okafor al Milan, Lookman e Zaniolo all'Atalanta. 

    Capitolo allenatori: tra formazioni e sostituzioni giuste o sbagliate, la linea è sottile. Il gol di Weah su assist di Conceiçao e la doppietta di Yildiz entrando dalla panchina danno ragione a Thiago Motta, che però paga a caro prezzo la scelta di far giocare Danilo al posto di Gatti. Simone Inzaghi non sbaglia la formazione iniziale e poi viene tradito dai cambi, ma stavolta non poteva fare altrimenti. Perché i calciatori sostituiti erano in riserva di benzina e tra i giocatori di movimento sono rimasti in panchina Arnautovic, Asllani, Berenbruch, Buchanan, Correa e Palacios: tutta gente che ieri non era pronta per un appuntamento importante come il derby d'Italia. 

    La dura legge del gol. All'Inter manca il colpo del ko del 5-2, con la Juve alle corde e i nerazzurri che sprecano diverse occasioni per chiudere i conti in anticipo. Capitan Lautaro Martinez non trova la via del gol per la nona partita di campionato consecutiva in casa: la sua ultima rete in Serie A a San Siro risale al 4-0 contro l'Atalanta dello scorso 28 febbraio. Stasera l'argentino sarà a Parigi per la cerimonia di premiazione del Pallone d'oro: non lo vincerà, ma arriverà tra i primi 10. Una posizione che in questa stagione meriterebbe Thuram, sempre più leader tecnico della squadra. 

    Un dato comune a Inter e Juventus è quello dei fuorigioco provocati: ieri 0-0, in questa Serie A 3 per i nerazzurri e 5 per i bianconeri. Nessuno ha numeri più bassi tra i cinque maggiori campionati europei, un segnale che dimostra come a Simone Inzaghi e Thiago Motta non piaccia tenere alta la linea di difesa. La prossima trasferta di mercoledì a Empoli è tanto delicata quanto importante, visto che oggi la classifica dice che il settimo posto (+ 2 su Fiorentina, Atalanta, Lazio e Udinese) è più vicino del primo (-4 dal Napoli). 

    Infine, volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, il discorso si sposta sulla Serie A, almeno per una volta all'altezza degli altri grandi campionati europei. Dal punto di vista del gioco e dello spettacolo Inter-Juventus 4-4 non ha nulla da invidiare agli altri big-match del week-end: Real Madrid-Barcellona 0-4, Arsenal-Liverpool 2-2 e Marsiglia-PSG 0-3. Gli unici grandi sconfitti sono due allenatori italiani: Carlo Ancelotti e Roberto De Zerbi, ma entrambi avranno tempo e modo per rifarsi. 

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