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    Intermania: Inzaghi 'Re Mida', anche con Bisseck

    Intermania: Inzaghi 'Re Mida', anche con Bisseck

    • Cristian Giudici
    Da Transformers a Ghostbusters. Superato di slancio l'ostacolo Udinese, Simone Inzaghi si prepara al prossimo scoglio sulla strada della sua Inter. La squadra più bella e più brava d'Italia al giorno d'oggi. Il riferimento temporale è d'obbligo e viene sottolineato dallo stesso allenatore nerazzurro in conferenza stampa alla vigilia della sfida con la Real Sociedad, decisiva per il primo posto nel girone di Champions League

    LE PAROLE - "Mi sento un allenatore top? Il merito è di questo inizio, ma il nostro percorso sarà molto lungo e pieno di insidie, sappiamo che il calcio va veloce. Voglio rimanere qui ancora a lungo? E' l'obiettivo di tutti gli allenatori, poi tra il desiderio e l'auspicio c'è il campo. Siamo sempre giudicati, bisogna lavorare sapendo che i momenti nel calcio sono differenti e che bisognerà fare la differenza nei momenti difficili". 

    PIEDI PER TERRA - Inzaghi fa benissimo ad andarci coi piedi di piombo, memore di quanto successe due anni fa. Quando in un crescendo di bel gioco e risultati (2-0 allo Spezia, 3-0 alla Roma, 4-0 al Cagliari e 5-0 alla Salernitana), la sua Inter si laureò campione d'inverno, ma poi lo scudetto lo vinse il Milan. Alla fine risultò decisivo il derby perso in casa a inizio febbraio, lo stesso periodo della stagione in cui è in calendario Inter-Juve. 

    IL FANTASMA - I bianconeri giocano un calcio molto diverso, ma ugualmente efficace. Lo dice la classifica, che li vede al secondo posto con soli 2 punti in meno dei nerazzurri. A parole continuano a ripetere il ritornello dell'obiettivo quarto posto, ma in realtà lotteranno per il titolo fino alla fine. Inzaghi lo sa e giustamente non si fida di Allegri

    BISSECK OK - Intanto l'allenatore dell'Inter continua a trasformare in oro tutto quello che tocca. L'ultimo esempio è l'ex oggetto misterioso Bisseck, promosso a pieni voti sabato sera. Arrivato nello scorso mercato estivo per 7 milioni di euro dai danesi dell'Aarhus, il difensore tedesco classe 2000 era al suo esordio da titolare in Serie A dopo essere partito dall'inizio due volte in Champions. A Salisburgo è stato sostituito nell'intervallo dopo essere stato ammonito, a Lisbona ha "ballato" come il resto dei suoi compagni nel primo tempo per poi riprendersi bene nella ripresa con tanto di assist aereo per Arnautovic. Pur essendo un difensore centrale, si è fatto apprezzare più nella fase offensiva che in quella difensiva. Sotto quest'ultimo aspetto la Real Sociedad (finora l'unica squadra riuscita a mettere sotto l'Inter nel gioco) rappresenterebbe un esame più probante rispetto all'Udinese. Che sabato ha fatto una brutta figura, ma un mese fa sempre a San Siro aveva battuto il Milan. Non a caso dovrebbero giocare Darmian e Cuadrado, con Bisseck in panchina. 

    IL MITO - Tornando a Simone Inzaghi, di Re Mida quasi tutti ricordano soltanto il dono di trasformare in oro tutto ciò che toccava. Ma in pochi conoscono un altro mito su di lui, punito dal dio Apollo con un paio d'orecchie d'asino (per la serie: dalle stelle alle stalle, a conferma di come gli elogi possano trasformarsi presto in critiche e viceversa) per non averlo votato come vincitore in una gara musicale. A proposito, proprio come quel derby perso 2-1 in rimonta con doppietta di Giroud, il prossimo Inter-Juve si giocherà a inizio febbraio a cavallo del Festival di Sanremo. Inzaghi e tutti i tifosi nerazzurri sono autorizzati a fare gli scongiuri. Per cercare di fermare la corsa dell'Inter le proveranno tutte e ci si appella anche alla scaramanzia. 
     

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