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    Intermania, Inzaghi coccola Lautaro: il confronto con Conte-Lukaku, Motta-Vlahovic e Fonseca-Leao

    Intermania, Inzaghi coccola Lautaro: il confronto con Conte-Lukaku, Motta-Vlahovic e Fonseca-Leao

    • Cristian Giudici
    Tre gol e tre punti per l'Inter che, lanciata dalla prima doppietta di Frattesi, ottiene la sesta vittoria nelle ultime sette partite in seguito alla brutta sconfitta nel derby col Milan e dopo lo spettacolare pareggio per 4-4 contro la Juve sempre a San Siro

    Empoli si conferma campo amico dei nerazzurri, che non hanno mai preso gol nelle ultime undici trasferte allo Stadio Castellani (rinominato Computer Gross Arena). L'ultima rete subita risale addirittura al 2006, quando risultò decisiva un clamoroso autogol di Materazzi al 94°. 

    Penalizzata dall'espulsione del giovane difensore georgiano Goglichidze alla mezz'ora di gioco, la squadra di D'Aversa è l'unica a non aver ancora segnato in casa, ma prima di ieri nei turni interni aveva preso gol soltanto su rigore contro il Napoli. Ancora primo in classifica con 4 punti di vantaggio sui campioni d'Italia dopo aver battuto 2-0 il Milan a San Siro

    Dove Kvara e compagni, in seguito alla sfida con gli altri nerazzurri dell'Atalanta terza in classifica, torneranno domenica 10 novembre per lo scontro diretto con l'Inter. Che nel frattempo ha altre due gare in casa: prima col Venezia in campionato e poi contro l'Arsenal in Champions League. Contando di recuperare gli infortunati Acerbi e Calhanoglu, ma non ancora Carlos Augusto. 

    Per difendere il tricolore i nerazzurri di Milano hanno bisogno della propria coppia d'attacco titolare in versione "prime". Marcus Thuram ha iniziato la stagione alla grande, trascinando la squadra con 8 gol, 2 assist, 2 rigori guadagnati, un'autorete provocata e una serie di ottime prestazioni. Al contrario di Lautaro Martinez, che sta attraversando un periodo di appannamento. Eppure, nonostante sia ancora lontano dalla migliore condizione psico-fisica, il capitano è già a 5 gol, 3 assist e un rigore procurato. 

    Simone Inzaghi "coccola" il Toro argentino, anche e soprattutto nei momenti delicati come questo: "Per noi sarà sempre una soluzione e mai un problema". Non si tratta soltanto di riconoscenza e gratitudine per quanto fatto in passato, ma perché l'allenatore sa cosa potrà dare in futuro e cosa sta comunque dando nel presente. 

    Lautaro è sempre un esempio di professionalità e attaccamento alla maglia. Contro la Juventus e anche ieri nel primo tempo a Empoli è stato un fantasma, ma l'atteggiamento non è mai quello sbagliato: sempre pronto a lottare e a sacrificarsi per la squadra. Vedere per credere la spallata con cui recupera un pallone nel finale, dopo aver fissato il risultato sullo 0-3 diventando il miglior marcatore straniero nella storia dell'Inter a quota 134 gol (12 su assist di uno splendido Barella) con tanto di esultanza rabbiosa per sfogarsi. 

    In questa Serie A, Inzaghi lo ha sempre schierato nella formazione titolare (fatta eccezione per la gara col Lecce saltata per infortunio) impiegandolo per un totale di 743 minuti. Anche perché solamente giocando può tornare in forma. 
    Paragonandolo alle altre punte di diamante di Juventus, Milan e Napoli, soltanto Dusan Vlahovic ha giocato e segnato più di Lautaro: 6 gol in 835 minuti, anche perché Thiago Motta non ha alternative nel ruolo di centravanti. 
    Antonio Conte ha impiegato per 570 minuti Romelu Lukaku, autore di 4 gol e 4 assist. Sostituito a mezz'ora dal novantesimo a Empoli, invece Vlahovic è rimasto negli spogliatoi nell'intervallo tra primo e secondo tempo di Juve-Napoli e Inzaghi ha tolto Lautaro dopo 10 minuti nella ripresa a Monza: tre sveglie date dagli allenatori ai loro bomber. 

    Rafael Leao (in campo per 542 minuti con 1 gol segnato, 3 assist e 1 rigore guadagnato) è un caso a parte, non solo perché gioca in un ruolo diverso. Infatti Paulo Fonseca lo ha escluso in più di un'occasione, sia per scelta tecnica, sia per "punizione". Tutti possono sempre crescere sotto ogni aspetto, ma la sensazione è che Leao non avrà mai l'atteggiamento da leader di Lautaro, così come Lautaro non avrà mai gli spunti palla al piede di Leao. Sono due numeri 10 e due attaccanti molto diversi: Simone Inzaghi è ben felice di tenersi il suo. 

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