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Intermania, fine dell'allucinazione collettiva: 'Solo il City davanti all'Inter'
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La "caccia al colpevole" è un errore che non bisogna commettere e che non verrà commesso, però è giusto analizzare la sconfitta. Senza entrare nel dettaglio degli errori individuali (di Pavard e de Vrij sui gol presi; di Thuram su quello sbagliato; di Sanchez, Klaassen e Lautaro sui rigori), guardando la partita da fuori, la sensazione è che qualcosa sia cambiato nell'atteggiamento tra primo e secondo tempo. Come se la squadra, forse su indicazione dell'allenatore, cercasse di gestire la gara più che provare a segnare un altro gol. Senza dimenticare che nello sport ci sono anche gli avversari (forti).
Perdere e uscire fa sempre male. Ma bisogna ricordare gli obiettivi dell'Inter a inizio stagione: passare la fase a gironi in Champions League qualificandosi al Mondiale per club e puntare allo scudetto della seconda stella. Un traguardo ormai a portata di mano. Alla fine del campionato mancano le ultime 10 partite, da assaporare una alla volta a partire dal posticipo di domenica sera a San Siro contro il Napoli campione d'Italia uscente. Per addolcire l'amarezza dell'eliminazione dall'Europa e soprattutto per continuare a godersi una squadra che merita solo applausi per tutte le gioie che sta regalando ai propri tifosi. L'Inter ieri ha meritato di uscire dalla Champions, così come sta meritando di vincere lo scudetto.