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    Intermania: Marotta, perché si deve cedere un big all'anno ma i top non possono decidere di andar via?

    Intermania: Marotta, perché si deve cedere un big all'anno ma i top non possono decidere di andar via?

    • Cristian Giudici
    Giuseppe Marotta è una garanzia. Il suo approdo nella dirigenza dell'Inter dopo l'addio alla Juventus è stato il miglior colpo messo a segno dal presidente Steven Zhang. In questi ultimi 5 anni l'amministratore delegato è riuscito nell'impresa di migliorare sia i risultati della squadra, sia i conti della società. Che però restano problematici e inevitabilmente finiscono per influenzare il mercato, dove le parole d'ordine sono sempre "sostenibilità" e "player trading". Marotta lo ha ribadito anche nella sua ultima intervista: "Un giocatore di peso all'anno va venduto, i tifosi devono capirlo". 
    Il discorso ci può stare e infatti il popolo nerazzurro si è ormai abituato (o rassegnato) all'idea: San Siro è praticamente sempre pieno nonostante le partenze di Hakimi, Lukaku, Perisic, Skriniar, Dzeko, Brozovic e Onana nelle ultime tre campagne trasferimenti estive. Quindi si tratta di due sacrifici all'anno, non uno... 

    L'appunto è un altro: se l'Inter "deve" cedere un grande calciatore all'anno perché invece i grandi calciatori non possono decidere di andarsene? Oltre a Lukaku, Marotta accusa pure Skriniar: "Ha fatto finta di voler rinnovare il contratto e poi in realtà pensava altro... Ho provato un forte sentimento di delusione. Perché quando un giocatore non rinnova, non va contro la classe dirigenziale o contro il presidente, ma va proprio contro la storia e il valore del club. Ha fatto un torto all'Inter, non alle persone. Avrebbe potuto rinnovare, gli abbiamo proposto tante soluzioni del genere, anche quella di fissare una clausola rescissoria che tutelasse sia lui sia le esigenze dell'Inter. Ma ha sempre detto no". 

    Tutto vero e condivisibile, ma è giusto analizzare la situazione anche dal punto di vista dei calciatori. Liberi di decidere di non rinnovare il contratto in scadenza. Ad esempio, così come per Dzeko, se l'Inter avesse affrontato per tempo la trattativa con Perisic, magari il croato avrebbe prolungato l'accordo come Brozovic e non si sarebbe svincolato a parametro zero. La stessa formula con cui sono arrivati a Milano i vari Calhanoglu, Onana, Mkhitaryan, Thuram e Cuadrado. Skriniar prima sembrava disposto a rinnovare e poi invece non l'ha fatto, ma ha il diritto di cambiare idea. Così come l'Inter ha cambiato idea sul suo conto l'anno scorso, quando prima lo aveva di fatto messo in vendita e poi, dopo che la Juve le ha soffiato Bremer, l'ha tolto dal mercato rifiutando i 50 milioni di euro offerti dal PSG, che un anno dopo l'ha preso a parametro zero. Ecco, forse questo è uno dei pochi errori commessi da Marotta all'Inter. 

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    Inoltre i dirigenti nerazzurri hanno legittimamente cambiato idea anche la scorsa estate, quando hanno abbandonato un attaccante di prospettiva come Balogun per puntare su un difensore già pronto come Pavard. 
    Allo stesso modo, anche nello sciagurato caso in cui Lautaro decidesse di non prolungare il contratto e chiedesse di essere ceduto, sarebbe sbagliato gettare la croce addosso solo al giocatore. Perché i matrimoni si fanno in due e una grande società deve dimostrare con i fatti di avere le stesse grandi ambizioni di un grande calciatore quale è Lautaro. 
     

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