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    Intermania: basta figurine e figuracce

    Intermania: basta figurine e figuracce

    • Cristian Giudici

    "Paradiso o inferno, dipende da noi". Prima delle sfide con Juve e Milan, il comandante Felipe Melo aveva avvisato tutta la truppa: sono arrivati due pesanti ko per 3-0. L'Inter è in crisi, lo dicono i numeri. Nelle ultime sette partite giocate: una vittoria a Empoli, due pareggi con Atalanta e Carpi, quattro sconfitte contro Lazio, Sassuolo, Juventus e Milan con 4 gol fatti e 11 subiti. Quando i risultati si ripetono nel tempo, significa che non sono casuali. Così come i nove successi per 1-0 non erano dovuti solo alla fortuna, ora questa serie negativa non si può giustificare con la cattiva sorte o con degli episodi arbitrali. 

    GANASSA - A Milano c'è un vecchio detto: "Chi fa il ganassa, al ciapa in del lisca". Tradotto: chi fa lo sbruffone, lo prende in quel posto. Alla vigilia Mihajlovic ha rischiato definendo "figurina" Eder, vicinissimo al vantaggio con un colpo di testa sbilenco, ma alla fine ha avuto ragione. E' andata ancora meglio alla Curva Sud rossonera, la cui coreografia dell'inzuccata vincente di Hateley sovrastando l'ex Collovati nel lontano 1984 si è rivelata profetica per il gol segnato da Alex, perso da Juan Jesus. Proprio quest'ultimo, promosso ai gradi di capitano e surclassato da Honda, aveva twittato poche ore prima del derby: "Milano siamo noi!". In certi casi, il silenzio è d'oro: era meglio stare zitti prima, parlare con i fatti durante la partita e non doversi scusare con i tifosi poi. Stavolta non si può nemmeno accusare di portare sfortuna il presidente Thohir, assente a San Siro al contrario di Berlusconi. 

    GRUPPO (DIS)UNITO - Scaramanzie a parte, il derby ha confermato tutti i problemi dei nerazzurri. La difesa non è più la meno battuta del campionato, perché non protetta a dovere dal centrocampo, che non serve come dovrebbe gli attaccanti, i quali si accentrano troppo intasando la manovra. I tifosi sperano che in questo ultimo giorno di mercato invernale possa arrivare un nuovo centrocampista di qualità (Banega?), ma l'ennesima "figurina" non basterà a evitare altre "figuracce" del genere se l'Inter non ritroverà lo spirito mostrato fino a prima di Natale. Quando chiunque scendeva in campo si sacrificava per la squadra, non come succede adesso. Cosa sarà successo nello spogliatoio dopo la sconfitta con la Lazio? 

    #EPICBROZO - L'uomo simbolo è Brozovic, passato da idolo del gruppo a motivo di contrasti interni. Nel secondo tempo del derby, in particolare dopo il rigore calciato sul palo da Icardi, quando perdeva palla (troppo spesso) il croato non rientrava più a rincorrere gli avversari. Cosa che un centrocampista centrale non si può permettere di fare, soprattutto quando ha un solo compagno di reparto (Medel, che non è Modric insieme al quale è abituato a giocare in nazionale con lo stesso sistema di gioco 4-2-3-1). La sensazione è che non si tratti di una questione di condizione fisica, ma mentale. Mancini sembra averlo capito e infatti ieri, pur perdendo le staffe con i tifosi milanisti e con la conduttrice di Mediaset, non ha accusato i suoi calciatori, difendendoli e prendendosi tutte le responsabilità. L'Inter deve ripartire dal gruppo, altrimenti il biglietto dal paradiso all'inferno rischia d'essere di sola andata. 

    @CriGiudici

     


     

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