Inter: via Stramaccioni, c'è Mazzarri. Moratti sogna il ritorno di Mancini
Il presidente ha capito che ripartire con Strama sarebbe un azzardo anche per il tecnico.
Moratti 'costretto' a rinunciare a Stramaccioni: l'idea Mazzarri e il sogno Mancini.
La panchina dell'Inter: il presidente convinto a cambiare la guida della squadra dalle ultime insostenibili prestazioni e dal problema degli infortuni, una scelta dolorosa che ha cercato di evitare.
(Fabio Monti - Corriere della Sera)
La svolta di Moratti: non vedeva il progetto più solido come prima.
Inter: via Strama, c'è Mazzarri.
Il silenzio di queste ultime ore di Massimo Moratti è stato come un urlo: il silenzio di chi si è preso il tempo per fare le ultimissime riflessioni prima di emettere i suoi verdetti. La prima sentenza riguarda la panchina che è stata: Andrea Stramaccioni non siederà più lì dove si è accomodato (ultimamente molto meno) dal 1° aprile dell'anno scorso a domenica sera, una sconfitta corrosiva e emblematica al di là del punteggio, che probabilmente ha dato al presidente l'ultima spinta. Per arrivare alla decisione che non avrebbe mai voluto prendere: Inter-Udinese 2-5 è stata l'ultima tappa della via crucis nerazzurra e anche il capolinea del tecnico romano.
Il progetto tramontato - La seconda sentenza riguarda la panchina dell'Inter che sarà, dove salvo sorprese si accomoderà Walter Mazzarri. Un nome che da giorni volteggia come un'ombra sulla testa di Stramaccioni e sul suo destino: nulla succede per caso, e infatti è proprio in direzione dell'ex tecnico del Napoli che Moratti ha deciso di muoversi, nel momento in cui i dubbi hanno sopraffatto la sua voglia di non cambiare, le speranza di poter dare continuità al progetto Stramaccioni. Perché era anzitutto il suo progetto: Moratti lo aveva scelto, lo aveva difeso, ne aveva avviato con il tecnico anche la fase futura, quella che avrebbe dovuto sconfinare nella prossima stagione.
Vis a vis - E proprio l'allenatore Moratti avrebbe voluto tranquillizzare, per quanto possibile, ieri sera: «Ho sentito Stramaccioni preoccupato — ha raccontato il presidente ai microfoni Sky — addirittura voleva lasciare Coverciano: gli ho detto di restare lì tranquillo. Nessuno all'Inter è al corrente di quello che ho in mente». E quello che ha in mente, lo dirà a Stramaccioni personalmente, e prima che tutto diventi certezza certificata, sempre che non l'abbia già fatto. Resta il fatto che da giorni, almeno una decina di giorni, le parole (pubbliche e private) ancora incoraggianti del presidente nascondevano pensieri dubitativi: Moratti dentro di sé si era preso tempo, e non solo per approfondire e possibilmente accelerare sul fronte ingresso in società di nuovi investitori.
Scelta da metabolizzare - Il presidente stava riflettendo, analizzando gli ultimi mesi, valutando tutto: le prospettive, l'opportunità di trovare una svolta grazie alla continuità e non a una rottura, le possibili reazioni dell'ambiente e della squadra, il rischio di cominciare una stagione senza avere subito la sterzata necessaria e di dover cambiare in corsa. Poi, quando tirando le somme si è accorto che un presupposto fondamentale era caduto, quando ha capito di non essere più convinto fino in fondo delle probabilità di riuscita del progetto Stramaccioni, si è convinto della necessità di voltare pagina. Tanto più dopo Udinese-Inter l'ha letta come decisione inevitabile, e allora si è preso altro tempo: per metabolizzare una scelta che chi gli è vicino definisce sofferta come raramente gli era successo, da quando è presidente dell'Inter.
Un accordo senza frizioni - Ecco allora che le parole rassicuranti hanno lasciato spazio ad un silenzio che si può spiegare così. E che cesserà nelle prossime ore o magari nei prossimi giorni, probabilmente quando l'Inter comunicherà ufficialmente la separazione con Stramaccioni e ne verranno definiti i termini. Non è da escludere che la discussione avvenga sulla base della risoluzione consensuale del contratto firmato a suo tempo fino al 2015, e in ogni caso è da escludere che le parti possano lasciarsi in modo conflittuale. Solo dopo aver ufficializzato la sua prima sentenza, Moratti detterà la seconda: quella che parlerà di Mazzarri e inciderà su tutte le altre scelte, anzitutto quelle che avranno una ricaduta sull'assetto societario. Altro o molto altro potrà cambiare: anche su questo Moratti ha riflettuto e sta riflettendo, proteggendosi dietro quel silenzio che urla novità.
Moratti ha sentito vari tecnici, pure Mancini: Walter piace molto, sta cercando casa a Milano e porterebbe con sè il suo staff.Dopo i sondaggi gli indizi portano all'ex del Napoli.
Massimo Moratti non ha ancora espresso urbi et orbi il proprio verdetto sul futuro, ma tutti gli indizi portano all'ormai ex tecnico del Napoli: Walter Mazzarri.
Telefonate - Ciò nonostante - in questi giorni di Inter in caduta libera nei risultati e di dubbi che più o meno serpeggiavano attorno alla panchina interista - il presidente nerazzurro ha contattato di persona i candidati alla successione. Sondaggi, per capire e valutare e vedere se la molla sarebbe scattata. E per scegliere. Risulta infatti che ci siano state delle conversazioni: una è stata con Sinisa Mihajlovic. Il numero uno nerazzurro ha fatto anche un sondaggio con Laurent Blanc, ex c.t. in predicato di passare al Paris Saint Germain dopo l'esperienza con la nazionale francese all'ultimo Europeo. Ma anche per l'ex difensore (ed ex nerazzurro) si sono presentati troppi intoppi. Ah, nel frattempo Moratti ha avuto anche una lunga chiacchierata con Roberto Mancini: l'ex tecnico del City ha chiamato il presidente nel giorno del suo 68esimo compleanno (il 16 maggio, giovedì scorso), ma i due hanno avuto non più che un colloquio amichevole visto che l'ipotesi di un ritorno appare più difficile che possibile. Così, in parallelo, giorno dopo giorno ha preso consistenza la candidatura di Mazzarri, appena liberatosi dal Napoli dopo un quadriennio in costante ascesa.
Il patto - Nella lunga incubazione del flirt morattiano per Mazzarri ha inciso anche l'effetto De Laurentiis. Massimo Moratti in alcuna maniera ha voluto interferire nella lunga trattativa del presidente del Napoli con il tecnico di San Vincenzo. Il patròn interista ha un rapporto preferenziale col presidente partenopeo così non ha voluto in alcun modo intralciare il suo tentativo di confermare Mazzarri. E ora che certi veli sono ufficialmente caduti, Moratti è pronto ad entrare in scena valutando costi d'ingaggio e in attesa di soci stranieri che possano dare altra forza.
Tempi e priorità - Ma quando avverrà il grande passo dell'Inter? Questo è il punto. L'impressione è che questa settimana sia quella decisiva, e che addirittura anche le prossime ore possano essere quelle capaci di portare un'ufficialità, una definizione delle cose. L'avvocato Beppe Bozzo, rappresentante di Walter Mazzarri, in questi giorni sta viaggiando molto. C'è stato anche qualche contatto con il Monaco, l'Anzhi sta metabolizzando una proposta. Ma soprattutto alla finestra c'è sempre la Roma. Il club giallorosso sta seguendo con attenzione le mosse di Massimiliano Allegri, e fra annunci e smentite del club rossonero ecco che dalle parti di Trigoria avrebbero mantenuto il mirino sull'ex tecnico del Napoli. Ecco perché nulla può essere dato per scontato, anche perché le mosse proseguono. E se la pausa di riflessione di Moratti avrà tempi brevi, tutto fa pensare che potrà contare sulla priorità del tecnico toscano. Tecnico che - se dovesse approdare all'Inter, e pare stia cercando casa a Milano - porterebbe con sé il proprio staff. Per puntare subito ai piani alti della classifica: quella che Moratti non vede da troppo tempo e che senza l'Europa del giovedì diverrebbe ancor più aggredibile.