Redazione Calciomercato
Inter: uno Scudetto fatto di storia, dna e appartenenza. Ma non mettiamo Zhang al livello di Moratti
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Non si vince con la storia, naturalmente. Non basta. Però aiuta a ricordare e sottolineare certi eventi che accadono una, due, chissà quante volte. Come scritti da una sottile linea tracciata dal destino. In questo senso, Thuram assomiglia a Eto’o del 2010. E naturalmente Lukaku sembra Ibra. Momenti che cambiano la storia. Sliding Doors. E non si può negare che tutta l’Inter sia piena di coincidenze. A partire da Inzaghi chiamato in pronto soccorso solo per l’addio nervoso di Conte. E poi Calhanoglu, che diventa occasione indispensabile anche per la tragedia sfiorata di Eriksen. E tante altre situazioni che è superfluo ricordare, anche perché si rischia di far apparire fortuna quella che in realtà è capacità di risolvere gli imprevisti. E non sarebbe giusto. Nè corretto.
La seconda stella arriva anche con Acerbi, a proposito di storie di mercato da salva file con nome “affari”. Arrivato per una spicciolata di milioni, quasi a costo zero, richiesto solo da Inzaghi e osteggiato dai tifosi, Acerbi ha un’età che non gli consente di guardare troppo lontano. Ma intanto si è confermato miglior difensore centrale. Ottimo per l’Inter e buono anche per l’Italia di Spalletti.
In questa Inter ci sono tante storie da raccontare, celebrare e applaudire. Con statistiche che filano come stelle cadenti in una notte d’estate. Attenzione solo a non far confusione, perchè i numeri pongono Zhang sullo stesso piano di vittorie di Angelo Moratti, il papà di Massimo. Ecco, questo magari no. Meglio evitare il paragone. Con rispetto per il giovane presidente cinese, ma ancor più rispetto per la Storia. Dell’Inter.