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    Inter, un occhio al bilancio e uno a Mancini. Hernanes un cadeau

    Inter, un occhio al bilancio e uno a Mancini. Hernanes un cadeau

    Rivoluzione annunciata, cercata e avvenuta: l'Inter di fine mercato si mostra decisamente ristrutturata rispetto a quella ereditata da Roberto Mancini. Undici volti nuovi. Tanti, tantissimi, soprattutto se si considera che otto di questi potrebbero prepotentemente prendersi una maglia da titolare. Fattore che la dice lunga sulla stima del tecnico jesino verso gli elementi del vecchio gruppo. 

    CI VUOLE UN FISICO BESTIALE - Un mercato che porta in dote tanta fisicità, ma che estromette dal Meazza quella parte di imprevedibilità che non fa mai male. Kovacic, Shaqiri ed Hernanes salutano sotto chiaro invito di Mancini, molto bravo nel camuffare la realtà e dipingere le cessioni come necessarie per le casse nerazzurre. La verità è che l'Inter attuale è figlia delle scelte tecniche del proprio allenatore, che ha volutamente scaricato i sopracitati (ritenuti poco idonei al progetto futuro), per reperire sul mercato profili più adatti alla propria idea di gioco. Tutto lecito, ci mancherebbe, ma è giusto raccontare le cose per quelle che sono, anche assumendosi le responsabilità se la situazione lo richiede. 

    UN CADEAUX PER ALLEGRI? - Tutte le uscite vanno viste sotto quest'ottica, anche quella di Hernanes, "spinto" verso l'avversaria di sempre senza batter ciglio. La cessione del brasiliano non è da vedere come una tragedia, ma di sicuro va analizzata attentamente, dato che produrrà anche una minusvalenza di circa quattro milioni di euro. Un'ancora di salvataggio lanciata in direzione Torino, dove da qualche mese si brancolava nel buio alla ricerca del trequartista che Massimiliano Allegri non ha mai smesso di richiedere alla società. Hernanes toglie qualche castagna dal fuoco a Marotta che, perso Draxler, non avrebbe probabilmente avuto altro tempo per correre ai ripari. 

    FIDUCIA PIENA - L'Inter ha scelto la via del rinnovamento assoluto, seguendo per filo e per segno i diktat imposti da Roberto Mancini. Una totale dimostrazione di fiducia verso il tecnico jesino, che adesso avrà l'obbligo di traghettare la società di corso Vittorio Emanuele verso l'obiettivo Champions, che sfugge ormai dal 2010-2011. I mezzi non mancano, ma l'ex City avrà il difficile compito di amalgamare nel minor tempo possibile un gruppo completamente nuovo in ogni settore del campo. Un rischio che l'Inter ha scelto di correre fidandosi ciecamente. 

    Pasquale Guarro

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