Getty Images
Inter spettacolare: con la Juve è favorita
Ora il punto è che sabato sera c’è Juve-Inter. Ma mentre l’Inter vi arriva al culmine di una settimana in cui avrà recuperato squalificati (Miranda e Gagliardini) e infortunati (Vecino) e preparato la sfida senza ulteriori fatiche, la Juve prima dovrà passare dal Pireo dove affronterà l’Olympiacos, in una sfida decisiva per l’ammissione agli ottavi di Champions League. Il che significa, per chi non lo sa, due viaggi e novanta minuti in cui l’obiettivo primario è vincere (anche se la Juve passerebbe sia con il pari che con la sconfitta in caso di uguale risultato dello Sporting a Barcellona).
Insomma la squadra di Allegri consumerà energie fisiche e, soprattutto, nervose, mentre Spalletti avrà la possibilità di rigenerare la propria con riposo e allenamenti. Al di là di tutto questo che, pure, conta moltissimo, l’Inter è in condizione straordinaria, Icardi continua a segnare (adesso è a quota 16), Perisic ne ha fatti tre, Skriniar ci ha messo la testa in area altrui dopo aver iniziato l’azione nella metacampo propria. L’aspetto più impressionante è il progressivo miglioramento della squadra e l’immutabilità della resa, quando a giocare è chiamato qualcuno di diverso rispetto ai titolari. Da questo e molti altri punti di vista il lavoro di Spalletti è stato e continua ad essere immenso. Non solo ha ricostruito D’Ambrosio e soprattutto Nagatomo, ma ha rilanciato Santon e adesso perfino Ranocchia, l’oggetto di tutti gli strali dei tifosi interisti. Contro il Chievo, Ranocchia è stato uno dei migliori sfiorando il gol almeno in quattro occasioni. Lo avrebbe meritato dopo tanto soffrire e tanto lavoro.
La partita non c’è stata perché l’Inter era troppo in forma e il Chievo troppo distratto. Forse, come hanno sottolineato anche alcuni commentatori, Sorrentino non è stato inappuntabile in almeno tre circostanze. Di sicuro almeno due gol sono venuti da errori del Chievo in fase di possesso palla (Birsa, Inglese) e un altro (errore di Rigoni) sarebbe potuto arrivare. E’ anche vero, però, che l’Inter ha pressato con la stessa intensità di sempre, impedendo al Chievo di poter ragionare. La sensazione è stata di uno strapotere tecnico e fisico fuori dall’ordinario. La squadra poi ha identità (gioca sempre con il 4-2-3-1) e consapevolezza sui principi di gioco, compattezza tra i reparti, molte opzioni quando un calciatore è in possesso di palla.
Sostenere che al momento l’Inter gioca un calcio più vantaggioso e spettacolare di tutti non è un’eresia. Se a questo si aggiunge la solidità mentale di tutti, ci sono i presupposti per proiettarla in una dimensione insperata anche per la stessa dirigenza, che a Spalletti non ha certo fatto il mercato promesso. L’allenatore gioca con otto/undicesimi dell’anno scorso (contro il Chievo nove/undicesimi) e il merito del primato, oltre che dell’imbattibilità, risiede solo sulle sue capacità.