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Inter, senti Pandev: "Mourinho un leader, Inzaghi gli somiglia. Thuram? Mi fa impazzire..."
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L’ARRIVO ALL’INTER - "Con il Belasica sono venuto a fare il Torneo di Viareggio, ho fatto un grandissimo torneo, 4-5 gol, e lì c'era Gigi Casiraghi a fare da scout per l'Inter. Con il Bari feci doppietta e lui venne in albergo dopo la partita, mi parlava in italiano, io non capivo niente! Mi disse: "Vuoi venire all'Inter?". E a giugno arrivai a Milano. Se mi aspettavo di fare questa carriera? Sinceramente no. Con l'Inter Primavera abbiamo vinto il Viareggio e il campionato con verdelli allenatore, avevamo una squadra pazzesca: Martins davanti, gli lanciavi la palla e scartava tutti! C'erano Beati, Rebecchi, Pasquale... Con Cuper qualcuno ha esordito anche in Champions".
IL RITORNO ALL’INTER - "Quando sono tornato all'Inter c'era una squadra incredibile. Con Mourinho ho fatto solo 6 mesi, ero fuori rosa alla Lazio, mi allenavo da solo. Branca chiama il mio procuratore, gli dice che mi vogliono. Pensai: "Sono 6 mesi che non gioco, mi trovo davanti Milito, Eto'o, Quaresma, Balotelli... Qua faccio altri 6 mesi in panchina!". Mi sentivo in debito, volevo dimostrare che potevo starci all'Inter. Era un'occasione, e poi alla fine abbiamo vinto tutto. Questi andavano a giocare a Barcellona e ridevano, sapevano che avrebbero vinto! Quel gruppo ti aiuta a crescere, gente come Eto'o diceva che era venuto all'Inter per vincere la Champions: quando uno dice cose così dai tutto".
MOURINHO - "Ripetersi era molto difficile. E poi Mourinho era un leader, ti difendeva anche quando le cose non andavano bene: stavamo perdendo un campionato da +15 sulla Roma, abbiamo vinto all'ultima giornata a Siena. Era una persona vera, uno che ti dice le cose in faccia, entrava dentro di te. Ho avuto tantissimi allenatori in carriera, ma uno come lui... Quelli che non giocavano gli volevano più bene di quelli che giocavano! Ancora non riesco a capire come faceva".
INZAGHI - "Conosco benissimo Inzaghi, ci ho giocato alla Lazio. Somiglia tantissimo come parla a Mourinho. Parliamo di turnover, ma chiunque gioca lo fa bene: secondo me può fare grandissime cose. Hanno fatto un grandissimo mercato, hanno portato gente di esperienza, di qualità, che ha fatto tante partite in Europa. Negli ultimi anni la società ha fatto benissimo. Chi mi piace di più dell'Inter di oggi? Il centrocampo è fortissimo, tra i primi 3 d'Europa. Poi mi fa impazzire Thuram, è migliorato in una maniera incredibile. L'Inter del Triplete? Avevo legato con tutti, ma all'inizio mi hanno aiutato tantissimo Stankovic, Materazzi e Chivu. Poi Zanetti, sempre pronto ad aiutarti. È più facile inserirsi in un gruppo di grandi campioni".
IL GOL A MONACO - "Volevo essere il migliore, sono sempre stato così: ho capito che qui all'Inter potevo crescere e che allenandomi sarei arrivato in alto, anche se non immaginavo di vincere così tanto. Ci vuole anche fortuna. Ho aspettato il mio momento, quando è arrivato ho dato il massimo: avevo la testa giusta, ho sempre dato tutto anche quando giocavo due minuti. Come a Monaco, ti ricordi? Ho ancora in testa il tuo salvataggio (di Ranocchia, ndr) sulla linea, tanta roba! Avevamo creato tantissimo, poi però loro erano forti, qualcosa dovevi concedere: al 90' quando ho visto Eto'o in area ho capito che mi avrebbe passato il pallone, ho fatto quell'ultima corsa ma avevo crampi dappertutto! La gente mi parla più di quella partita che della finale di Champions".
IDOLO - "Il mio idolo da bambino era Savicevic, avevo il suo poster sulla porta della camera, tifavo Stella Rossa. Tornavo a casa e provavo a fare quello che faceva lui. Peccato che poi è andato al Milan!”.
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