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Inter penalizzata da Icardi e Lautaro, Spalletti non sa giocare con due punte
ATTACCO STERILE - Con la Juve ha segnato Nainggolan, con la Roma Perisic. Alla Dacia Arena le due punte argentine hanno faticato anche solo a rendersi pericolose. L’ultima rete su azione di Icardi risale allo scorso 2 dicembre, proprio contro l’Udinese a San Siro. La stagione di Mauro, al netto delle difficoltà fisiche, ambientali, di spogliatoio e, non ultimo, con Spalletti, è una delle peggiori da quando è in Italia. In campionato i gol sono 10 in 26 presenze: uno ogni 207 minuti. Media lontanissima dai suoi standard, solo nel primo anno in nerazzurro aveva timbrato di meno il cartellino (9 reti in 22 presenze). Per Lautaro le cose non vanno meglio: ultimo gol su azione il 1 marzo, solo 6 totali in 26 apparizioni, uno ogni 202 minuti giocati. Pochi, soprattutto considerando che da metà gennaio i galloni da titolare al centro dell’attacco interista appartengono a lui.
IL LIMITE DI SPALLETTI - La colpa non può però essere solo dei finalizzatori. Che, per l’appunto, concludono una costruzione corale. Che nell’Inter odierna manca. Limiti netti, riconducibili non solo ai giocatori. Spalletti continua a rifiutare la proposta di un Inter con due punte, Icardi e Lautaro, una di fianco all’altra. Nonostante, per caratteristiche, i due possono essere complementari. Il tecnico giustifica il categorico no alle due punte parlando di equilibri precari e di fase difensiva meno efficace ma, verificata la pochezza dell’attacco nerazzurro negli ultimi due mesi, cambiare modulo può essere una soluzione quantomeno da provare, dal 1’ minuto, e non solo per scampoli di gara. Trovare le misure al resto della squadra deve essere possibile, non farlo esplica un limite chiaro che al momento frena l’Inter.