Inter, nel momento di Inzaghi: tra le parole di Spalletti, le voci dall’Inghilterra e un progetto da rinfrescare
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RINNOVO CON DIVERGENZE - L’ultimo rinnovo è datato luglio, quando il club nerazzurro, dopo una serie di incontri, ha ottenuto il si di Inzaghi fino al giugno del 2026. I dialoghi erano andati un po’ per le lunghe a causa della differenza di vedute sulla durata: il tecnico avrebbe preferito un biennale fino al 2027, mentre Marotta si è fin da subito detto contrario a un rinnovo così lungo. Divergenze poi appianate con un ingaggio più robusto, che ha portato Inzaghi a essere l’allenatore più pagato in Italia.
SENZA NUOVA PUNTA E DIFENSORE - Il matrimonio a oggi continua a essere saldo nonostante il mercato estivo abbia in qualche modo deluso le aspettative dell’allenatore, e a prescindere dall’interesse di qualche altro club, che soprattuto in estate ha provato a capire se nella testa di Inzaghi ci fosse l’idea di lasciare Milano. Il tecnico nerazzurro ha preferito accettare una nuova sfida, conscio del fatto che ripetersi sarà tutt’altro che semplice, come dimostrato da un avvio abbastanza incerto, con due pareggi, una sconfitta nel derby e 4 vittorie, che in tutto fanno 14 punti in classifica, a rincorrere il Napoli di Conte, staccato a due lunghezze.
PROGETTO DA RINFRESCARE - Evidente come il mercato non possa essere in questo momento la prima preoccupazione dell’allenatore nerazzurro, nonostante quelle mezze bufale rimbalzate qua e là, che volevano lo United pronto a ingaggiare Inzaghi già a gennaio. Fantascienza, insomma. Non è accaduto mai niente di tutto questo e anzi certe voci, in un momento particolare come quello che ha vissuto il tecnico nerazzurro post intercettazione, avrebbero potuto incidere negativamente. La verità è che Inzaghi sta bene all’Inter ma forse avverte l’esigenza di rinfrescare un po’ il progetto. Se ne riparlerà a fine anno. Intanto ad Appiano sono arrivate anche le parole del ct, Luciano Spalletti, tutt’altro che comprensivo nei confronti del tecnico nerazzurro. Dichiarazioni che hanno lasciato un alone di fastidio, ma questo solo a parole, perché nel frattempo da Appiano nessuno avuto modo di trattare l’argomento schierandosi accanto all’allenatore. Non lo ha fatto Ausilio e tantomeno Marotta.
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