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Inter, né Lautaro, né Eriksen. Per sognare in Europa, Conte deve ritrovare il vero Lukaku
DATI IN CALO - Dal momento del ritorno in campo post-sosta dovuta al coronavirus il rendimento dell'attaccante belga è stato infatti in calo e non all'altezza del resto della stagione in cui si è mostrato dominante e decisivo. Meno palloni toccati, spesso e volentieri negativo, poco mobile e, rigori a parte, anche scarsamente deciso in zona gol. L'infortunio muscolare che l'ha tenuto fuori contro Torino e Spal, inoltre, non ha infine aiutato il suo ritorno ad una piena condizione.
SERVE AL TOP - Né Lautaro, né Eriksen, dicevamo perché l'elemento più importante dell'intero sistema di gioco dell'Inter di Conte è proprio Lukaku. Non è un caso che l'allenatore salentino si sia battuto come un leone con Marotta per farselo acquistare ed è altrettanto vero che avrebbe fatto carte false per avere un'alternativa come Dzeko al suo posto. Il centravanti boa è infatti fondamentale nel suo 3-5-2 perché permette sia di allungare la squadra in uscita, sia di creare spazi sulla trequarti per i tagli verticali degli esterni. Non è fondamentale in zona gol, lì mezzali e la seconda punta sono ancor più decisivi, ma lo è per la costruzione e lo sviluppo dell'intera manovra fornendo una sponda sicura per tutti i compagni in possesso di palla. Per questo, a partire dalla gara contro il Getafe (squadra maestra nel distruggere gioco) averlo al 100% sarà fondamentale. È questa la prima e vera missione di Conte, a partire dalla gara di oggi col Genoa. Ritrovare il vero Lukaku, quello della gara di andata quando, da solo, seminò il panico a San Siro contro i rossoblù.