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    Inter, Mkhitaryan: "Vogliamo la finale di Champions, ma anche lo Scudetto. Non sono vecchio, Inzaghi..."

    Inter, Mkhitaryan: "Vogliamo la finale di Champions, ma anche lo Scudetto. Non sono vecchio, Inzaghi..."

    • Redazione CM

    Il centrocampista dell'Inter, Henrikh Mkhitaryan, ha concesso una lunga intervista al Corriere della Sera in cui si è raccontato a tutto tondo dentro e fuori dal campo fissando anche i prossimi obiettivi per il club nerazzurro.

    IL COGNOME - "In italiano si può tradurre con consolazione, conforto. 

    LA FINALE DI CHAMPIONS - "Rigiocare una finale? Sì. Tutti pensavano che il City ci facesse quattro gol invece abbiamo giocato benissimo e meritavamo di pareggiare e poi anche vincere. Tornarci sarebbe un sogno, anche se la strada è più lunga di due anni fa. Però ci crediamo: siamo fiduciosi di poterci arrivare di nuovo".


    CHAMPIONS O SCUDETTO? - "Non abbiamo la testa all'Europa, tutti gli obiettivi sono uguali"

    L'AVVIO - "Nonostante l’esperienza e la voglia che ho, sono partito malissimo. Non è facile e non me l’aspettavo, ma mi sto ritrovando e sto abbastanza bene. Sono molto critico con me stesso".

    IL LIVELLO CALATO - "Il confronto è con l’inter dell’anno scorso, ma noi stiamo facendo il massimo e stiamo dando il 100%. Sappiamo che abbiamo concesso tanti gol e non abbiamo sfruttato tutte le nostre occasioni, ma stiamo lavorando per arrivare al livello dell’anno scorso. In tanti vogliono vincere questo campionato, noi per primi".

    CAMPIONATO DIVERSO - "Avversarie più attrezzate? Sì, ma abbiamo perso punti che non dovevamo perdere, altrimenti saremmo già in testa. Sappiamo che è un campionato diverso e che dobbiamo fare meglio. Sono fiducioso».

    L'ETA' - "No, siamo abbastanza sereni e intelligenti per capirlo. L’età è solo un numero e se non vinciamo una partita non è per l’età. I segreti per rimanere giovane? Non li dirò tutti! (ride). Provo a dormire e a mangiare meglio possibile: evito glutine, zuccheri e lattosio, su consiglio del nostro nutrizionista Pincella. E poi c’è l’aspetto principale: allenarsi bene. Mi piacerebbe giocare sempre, ma abbiamo la rosa lunga e le scelte le fa l’allenatore. Però sono gli ultimi anni della carriera e più gioco, più mi diverto".

    IL TELEFONO - "Se lo spegnevo 3 giorni prima e dopo le partite a Manchester? No, succedeva in Ucraina. Ma in realtà lo spegnevo dopo le partite, proprio perché ero molto autocritico. Uso il telefono il meno possibile. Ho due bambini piccoli e non voglio che mi vedano passare il tempo con lo smartphone in mano".

    KLOPP - "Sì, è un grande allenatore ma soprattutto un grande psicologo: mi ha detto di non prendere tutte le responsabilità su di me e di dimenticare in fretta gli errori e le sconfitte, pensando sempre alla prossima partita".

    ANTIDIVO - "Sì, non mi interessano i tatuaggi, cantare, o farmi i capelli strani: guardi qui, ho due buchi sulla testa (stempiature) ma non mi interessa. È la natura".

    LAUREE - "Studi? Sì, ho due lauree: una in Sports management e l’altra in Economia. Ci sono giocatori che vedono le cose prima degli altri, non credo si possa essere intelligenti in campo, ma non esserlo fuori. Si vede subito chi è intelligente in campo e fuori dal campo. Ho avuto anche compagni che facevano finta di essere intelligenti in campo, ma fuori non lo erano".

    GLI SCACCHI - "Mi aiutano a pensare, a leggere il gioco, la situazione, il pensiero del tuo compagno. Gli scacchi mi aiutano tanto".

    EDUCAZIONE - "Mancanza di carattere perché educato? Non credo: il carattere ce l’hai o no. Come il talento. Parlo cinque lingue: armeno, russo, francese, inglese, italiano. Il tedesco lo parlavo, ma l’ho dimenticato".

    ICONA - "Sto provando a diventare un’icona per la gente: conoscendo me, conoscono un po’ la storia dell’armenia. Prima la confondevano con Albania o Romania, adesso sanno dov’è. Siamo il primo popolo che ha riconosciuto la religione cristiana e ogni credente deve saperlo. Siamo simili agli italiani come modo di vivere, per questo mi piace così tanto l’italia".

    SENZA PADRE - "Crescere senza padre è stato molto difficile e lo è anche oggi: sento la sua mancanza, vorrei averlo accanto per chiedergli tante cose che possono aiutarmi nella vita. Per fortuna mia madre mi ha fatto anche da papà e le sono molto grato per come mi ha cresciuto. Vorrei essere un padre come è stato il mio per 7 anni e come sarebbe stato anche dopo".

    INZAGHI - "È bravo come tecnico e come persona e non lo dico perché è il mio allenatore. Con lui scherzo, ma conosco i limiti. Invece da giovane purtroppo la pensavo in modo un po’ diverso. Da giovane pensavo che un allenatore non potesse essere un amico, che ci fosse una barriera. Adesso che capisco tutto, è più facile per me".


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    MouFRIGNOilCojone
    MouFRIGNOilCojone

    Ahahahah la finale di Champions,io sono milanista e capisco che il Milan non era da semifinale qu...

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