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Nuovo San Siro, il mondo della musica: "Niente concerti? Ci sono contratti". Il Consiglio comunale: "Dov'è il progetto?"
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INTER E MILAN, IL NUOVO SAN SIRO PRONTO NEL 2029: I DETTAGLI DEL PROGETTO
GRIDO D'ALLARME - Il grido d'allarme arriva dall'icona globale del rock Bruce Springsteen, per bocca del suo storico promoter italiano. Claudio Trotta, riporta Repubblica, attacca sostenendo che annullare o spostare concerti non sia uno scenario realizzabile: "Trovo questa ipotesi non percorribile e fantasiosa. Ci sono problematiche legali, contrattuali e politiche insuperabili. Contratti firmati, impegni presi, biglietti già venduti legittimamente. Se dovessero spostare gli eventi altrove si aprirebbero scenari che porterebbero a cause a non finire tra tutte le parti coinvolte, con risarcimenti che coinvolgerebbero a livello economico e morale per primo il pubblico e pol tutti gli aventi diritto, quali promoter, produttori, artisti, maestranze e aziende fornitrici coinvolte. Insomma - continua il promoter -, a qualcuno verrebbe in mente di spostare una stagione dalla Scala a un palazzetto dello sport? Il pubblico ha comprato dei biglietti per San Siro, non per un ippodromo o un parcheggio. Non si può dopo cinque anni di gestione disastrosa della questione stadio improvvisare una soluzione per la stagione 2025 quando la stessa è così vicina. Sarebbe inaccettabile".
ATTACCO A MILANO - Trotta prosegue, scagliandosi contro l'inadeguatezza di Milano ad ospitare grandi eventi musicali: "Milano ha un gravissimo problema relativamente agli spazi per la musica dal vivo, che sono tutti indistintamente inadeguati per le esigenze del grande pubblico, per la qualità dell'ascolto e della visibilità e problematici in termini di impatto coni residenti. E poi, fino a quando non ci sarà un capitolato serio predisposto da professionisti terzi dei vari settori sportivi e dello spettacolo, e un conseguente bando internazionale per la necessaria trasformazione e ammodernamento di San Siro, non vedo come e chi possa affermare che per quattro anni non si potranno fare spettacoli allo stadio".
IL CONSIGLIO COMUNALE: "VOGLIAMO VEDERE IL PROGETTO" - Il mondo della musica non è l'unico ad insorgere. Diversi membri del Consiglio comunale di Milano, riporta Repubblica, vogliono vedere il progetto di WeBuild per la ristrutturazione di San Siro. Alessandro Giungi, consigliere del Partito Democratico, commenta: "Apprendiamo dai giornali informazioni che dovremmo poter leggere in altro modo. Ci hanno detto che questo documento non esisteva, farò un accesso agli atti per chiederlo".
Gli fa eco Alessandro De Chirico, consigliere di Forza Italia: "Mi è stato risposto che non c’era alcun dossier, sto predisponendo una denuncia per omissione di atti d’ufficio".
Carlo Monguzzi dei Verdi dichiara: "La cosa più importante è che da una trattativa privata tra sindaco, squadre e costruttori si torni nella sede istituzionale e democratica, cioè in Consiglio comunale e tra i cittadini, anche perché è grazie alle nostre lotte che ora si ristruttura il Meazza. Vogliamo sapere qual è il progetto, chi fa cosa, chi paga, cosa succede nei 200 mila metri quadrati intorno perché limpidezza e trasparenza sono imprescindibili".
Infine, Enrico Marcora di Fratelli d'Italia: "Deve essere fatta chiarezza subito con la convocazione di una commissione consigliare perché lo stadio di San Siro è un bene comunale di grande importanza, patrimonio di tutti i cittadini milanesi e non un fatto squisitamente privato tra sindaco, squadre e WeBuild".
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