Mancini: 'Simeone all'Inter? Sarei felice. Nazionale, se chiama bisogna accettare'
Roberto Mancini, ospite a Premium, ha parlato della semifinale di Champions tra Atletico e Bayern: "Simeone e Guardiola? Chi è il più bravo? Entrambi hanno fatto cose straordinarie. Diego è stato mio compagno di squadra alla Lazio e l'ho anche allenato. Per Simeone è più difficile perché nessuno si aspettava che potesse fare così bene. Sono contento se un giorno Diego verrà ad allenare all'Inter, ma ora non possiamo allenare in due. Può arrivare quando andrò via, non so quando succederà".
Mancini parla anche di Inter: "Siamo sulla buona squadra, quando è finito un ciclo ci vuole tempo. E' grave che la Serie A non abbia quattro squadre in Champions, ma solo tre. Dopo la partita in Coppa Italia contro la Juve l'Inter ha sempre fatto ottime partite. Abbiamo pagato ingenuità ed errori nelle due partite che non avremmo meritato di perdere. Sono errori che facciamo tutti, dall'allenatore ai magazzinieri. Serve solo pazienza, che è la cosa che in Italia manca. Si passa da essere fenomeni a brocchi. Per come eravamo partiti saremmo dovuti essere tra Napoli e Roma, in lotta per il secondo posto. Per questo è anche colpa mia, abbiamo avuto quei mesi di calo. All'inizio cambiavo spesso formazione, poi sono stati sempre gli stessi. Thohir? Lo sento tutte le settimane, ho un buon rapporto. A Manchester il presidente non lo vedevo mai. Chi mi ha stupito? Brozovic è migliorato molto, non credo che in Italia ci siano giocatori che corrano come lui, e lo stesso Kondogbia ha dimostrato di avere potenzialità, cosi come con Perisic che veniva criticato da tutti ora lo vogliono in molti, per questo dico che bisogna avere pazienza. L’interesse per Yaya Tourè? Difficile parlare adesso di mercato, sicuramente dovremo fare delle scelte e sperare di azzeccarle: lui è un grande giocatore, ma è un giocatore del City. Il calcio è strano: a volte non c’è bisogno di cambiare tanto. Noi abbiamo bisogno perché stiamo ricostruendo, abbiamo bisogno di calciatori che abbiano personalità e tecnica elevate, ma non è facile trovare giocatori bravi e che al tempo stesso non costino tanto".
Chiusura dedicata alla Nazionale: "Io pronto per la Nazionale? Non capita a tutti di allenarla, non è un traguardo per tutti: il lavoro è diverso però può essere ugualmente bello e piacevole. Quando arriva la chiamata della Nazionale, se c’è la possibilità, penso che uno debba accettare".