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    Inter-Napoli, Lukaku torna a San Siro: un anno fa paralizzato da 30mila fischietti, ora affronta l'imponderabile

    Inter-Napoli, Lukaku torna a San Siro: un anno fa paralizzato da 30mila fischietti, ora affronta l'imponderabile

    • Pasquale Guarro
    Trenta mila fischietti al fine di trasferirgli il disprezzo per i modi scelti nel lasciare l’Inter. Un anno fa, per il suo primo ritorno a Milano da avversario, Romelu Lukaku era stato “accolto” così dai tifosi nerazzurri, con bordate di fischi assordanti a ogni tocco di palla. Un frastuono che di fatto paralizzò il centravanti belga, incapace di produrre anche solo una reazione minima di fronte a una tale manifestazione di dissenso nei suoi riguardi. La ferita era ancora fresca, con dietro un bel po’ di non detto, ulteriormente gonfiato da qualche dichiarazione da parte di Big Rom: “Se spiegassi cosa è accaduto in estate farei scioccare tutti, ne parlerò quando sarà il momento di farlo”. Avanti così da quel momento, ognuno con in tasca la propria verità, quella fatta filtrare da viale della Liberazione e quella appena insinuata da Lukaku. Un anno dopo la storia ci ripropone il bis: domenica sera il centravanti belga tornerà a San Siro, nel frattempo ha svestito il giallorosso della Roma per abbracciare l’azzurro del Napoli, o forse per ritrovare  Antonio Conte, almeno in prima battuta, visto che il rapporto tra i due non ha mai conosciuto pause. Tra l’altro anche il tecnico salentino e Lele Oriali ritrovano per la prima volta il proprio passato dopo il burrascoso addio consumatosi ai tempi di Zhang, altro elemento che aggiunge sale alla sfida tra prima e seconda della classe, che saprebbe essere già parecchio sapida di per sé. 

    QUADRO E CORNICE - Forse in altri tempi la Curva avrebbe riservato loro una coreografia ad hoc per l’occasione, ma a Milano, dopo i fatti che hanno portato all’omicidio di Bellocco, la questura ha vietato ogni iniziativa del genere fino a data da destinarsi. Decisione che sicuramente inciderà, almeno in parte, su quello che sarà il clima allo stadio, cui va aggiunto un altro elemento che solitamente contribuisce a smorzare: il tempo trascorso. Insomma, niente fischietti e niente coreografia, mentre restano consentiti gli striscioni, mezzo a cui probabilmente i tifosi non rinunceranno. Insomma, è molto probabile che l’atmosfera non sia carica quanto quella di un anno fa, anche perché il fastidio verso Lukaku e Conte è solo la cornice del quadro, rappresentato invece dalla sfida al vertice, un duello pronto a prolungarsi anche per tutta la stagione e che prima della pausa per le nazionali potrebbe confermare o sovvertire gli equilibri che ha regalato il campionato in queste prime 11 partite, con il Napoli in vantaggio di una sola lunghezza sui nerazzurri. 

    L’IMPONDERABILE - Meglio concentrarsi su questo aspetto, ovvero sul significato intrinseco della sfida e non su quello che invece si porta a corredo, senz’altro suggestivo, ma fine a se stesso. Poi però c’è sempre l’imponderabile da mettere in conto, perché quando certi ricordi riaffiorano diventa difficile prevedere quella che sarà la reazione di un tifoso, di uno stadio intero, messo di fronte ai sentimenti più puri, esposto alle tormente che solo certi ricordi riescono a generare. La differenza rispetto a un anno fa sta anche nel fatto che Lukaku non ha più offerto elementi per farsi rimpiangere, ovunque sia andato, il belga è apparso la brutta copia rispetto a quello visto a San Siro. Agli occhi dei tifosi interisti è un po’ come se “il tradimento” di Big Rom fosse già stato punito da un senso di giustizia molto più alto. E poi è arrivato al suo posto quell’Ira di Dio di Thuram a completare la rivincita personale. Insomma, gli indizi ci dicono che l’accoglienza a Lukaku non sarà elettrica quanto quella dello scorso anno, ma tutto è pronto a rimodellarsi strada facendo, perché dovesse arrivare un suo gol… Apriti cielo. 
     

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    Speriamo che Lukaku possa affondare l’Inter. Se lo meritano tutti, Conte, lui stesso, la società...

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