Inter, lo sceriffo Godin annienta il calcio maleducato e vigliacco. Conte, adesso hai il tuo leader
scompiglio. Armo il mio agente, che il più delle volte tengo in pugno, e mi nascondo dietro le sue parole. Vigliaccamente, per espormi fino a un certo punto.
STESSI IDEALI - Diego Godin non appartiene a questo calcio, almeno non per valori. L’uruguaiano abbraccia ideali di gruppo, gli stessi che va predicando Conte, e proprio per questo motivo stupiva ancor di più l’iniziale rifiuto del tecnico salentino verso l’ex Atletico Madrid. Certo, tra i due la questione è sempre stata di natura tecnica, l’ex ct non ha mai messo in discussione l’uomo, ma da qualche tempo anche il calciatore inizia a prendersi le proprie rivincite sul campo. Sempre nel suo stile, sia chiaro.
STILE GODIN - Perché a chi gli chiede dell’avvio di stagione tormentato, risponde mettendo in dubbio se stesso e non le scelte dell’allenatore: “Se non giocavo era perché dovevo allenarmi meglio e così ho fatto”, non perché Conte non ci aveva capito un fico secco. E soprattutto “Se io non scendo in campo, c’è al mio posto un compagno da rispettare. Sono scelte e prima di ogni cosa viene l’Inter”. Parole che oggi fatica a pronunciare un diciottenne all’esordio, messe in fila con educazione e umiltà da uno che ha dettato legge in Europa. Perché alla fine i campioni sono questi e adesso anche Conte si sta ricredendo.
PORTE APERTE - Godin vive un momento di ottima forma fisica, riesce a tenere il passo e inizia a prendere confidenza col nuovo modulo. Il suo addio a fine stagione sembrava scontato, adesso non lo è più, anzi. Conte si è ricreduto, intende premiarne l’impegno e la costanza, ma soprattutto, il tecnico salentino, ha capito che l’uruguaiano è per il gruppo un leader imprescindibile. La storia di Godin all’Inter sta cambiando, lo sceriffo è tornato in sella al destriero.