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Godin: 'In panchina rispetto chi gioca, l'Inter viene prima. Ho lavorato duro e ora sono più forte'
L'ESPERIENZA - "Serve, ma poi parla il campo. Se noi non facciamo quello che chiede il mister non otteniamo nulla. L'esperienza serve per capire come stiamo facendo le cose. Sono contento perché dopo 10 anni arriviamo in una semifinale europea, ora godiamoci questo risultato".
IL CAMPO - Poi, Godin, parla a Sky Sport: "Tutto quello che ho fatto in carriera devo metterlo in campo, se non sto bene mentalmente e fisicamente è difficile. Dopo aver giocato in un modulo diverso ho capito cosa vuole il mister, ho preso tempo e spazio diversi rispetto a quello che facevo all’Atletico o all’Uruguay. La maniera di giocare è diversa: devo fare tanta fatica, corsa indietro e pressare alto. Oggi sto bene e posso aiutare la squadra, quello è importante. L’eserienza si può vedere anche in altre situazioni".
IL RUOLO - "Dentro il campo, sempre. Se vuole il mister gioco anche in attacco (ride, ndr). Posso giocare a destra o a sinistra, è uguale. Oggi mi sento bene ed è importante per quello che chiede il mister. Poi penso che stiamo facendo individualmente buone prestazioni perché stiamo giocando da squadra, sia in difesa che in attacco. Quando la squadra sta bene, tutti andiamo meglio e alziamo le prestazioni".
ESSERE ESEMPIO - "Per me prima che il calciatore è importante la parte umana, il rispetto. Sapevo che se non giocavo dovevo lavorare di più e ho fatto quello. Mi sono allenato sempre di più nel lockdown, sono tornato più forte e sono entrato in squadra piano piano rispettando il compagno: se sto in in panchina devo rispettare chi gioca, anche se il giocatore vuole sempre giocare. Metto sempre davanti la squadra, la cosa importante è che vinca l’Inter".