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Cuadrado alla Dani Alves, Santon e le fasce: così Allegri ha battuto Spalletti
CUADRADO ‘ALLA DANI’- Partiamo dalla novità di Cuadrado schierato a sorpresa terzino destro. Per quale ragione? Non trattandosi di emergenza, dal momento che sulla panchina bianconera sedevano Lichtsteiner e Howedes, la domanda è più che lecita. Allegri qui ha rischiato molto. Il giallo dopo pochi minuti, certe diagonali non proprio impeccabili, così come la scivolata su Perisic in occasione del raddoppio dell’Inter stanno lì a dimostrarlo. Eppure Cuadrado è stato determinante. L’idea di Allegri era quella di creare una fascia armata di crossatori complementari (Douglas Costa esterno alto, a destra; Cuadrado terzino sul piede forte). Tra il mancino del brasiliano e il destro del colombiano, la Juve aveva un arsenale puntato verso il mismatch Cancelo-Mandzukic. Oltre al naturale incastro delle sovrapposizioni interne ed esterne richieste da Allegri a Cuadrado per complicare la lettura difensiva dei nerazzurri sul movimento ad accentrarsi di Douglas Costa, occorre evidenziare un’altra soluzione disponibile e premeditata: la ‘postazione Dani Alves’ ricoperta da Cuadrado in occasione del primo gol.
Guardando questa immagine sorgono però altre domande interessanti: almeno due. Perché Cuadrado ha tanto spazio per stoppare comodamente e calciare? E, soprattutto, perché Douglas Costa si trova a sinistra? Le risposte rimandano direttamente alla bellezza composita del calcio: strategia e caso. Strategia perché la libertà di cui gode Cuadrado è ricercata e voluta; proprio Douglas Costa infatti aveva appena cambiato gioco di trivela (e nel primo tempo il cambio gioco della Juve era quasi sistematico, al fine di sfruttare il ritardo degli esterni nerazzurri costretti a risalire dopo diagonali strettissime). Caso perché il brasiliano, che segnerà il gol raccogliendo il cross del compagno, si trova a sinistra per un motivo banale: la Juve aveva appena effettuato un corner da quella parte e lui si era andato a piazzare sullo spigolo vicino dell’area di rigore.
SPALLETTI SUPER – Finora abbiamo parlato dell’intelligenza di Allegri, ma Spalletti? Non ha forse ridisegnato l’ Inter in maniera encomiabile, dopo la sciocchezza di Vecino? In fase difensiva si è messo subito con un 4-4-1, abbassando Rafinha accanto a Brozovic. Talvolta, nel corso della gara, gli esterni nerazzurri stringevano talmente tanto a protezione di Rafinha in pressione su Pjanic, che spuntava addirittura un rombo.
Paradossalmente l’Inter ha gestito meglio il pallone quando è andata in inferiorità numerica. Merito forse delle doti da centrocampista di Rafinha, doti da palleggiatore sopraffino, aggiunte a un Brozovic ormai impressionante. Certamente bisognerà pure che si parli dello sviluppo coraggioso dell’Inter: i nerazzurri infatti attaccavano alzando i terzini, quasi fossero laterali di uno spregiudicatissimo 2-4-2-1, con Candreva e Perisic stretti sotto a Icardi. In tal maniera Miranda e Skriniar restavano in superiorità numerica sul Pipita (2 vs 1). Una variazione sensazionale e d’emergenza del 3-4-2-1 che Spalletti aveva già utilizzato a Roma.
Questa foto tuttavia non rende conto del grande dinamismo di Candreva. Il numero 87 svariava molto più del solito andando a ricoprire spesso e volentieri la posizione di trequartista al posto di Rafinha, mentre Perisic, contemporaneamente, si defilava lungo la fascia sinistra per l’uno contro uno con Cuadrado.
MOSSE E CONTROMOSSE – Eccoci arrivati al gran finale, il momento chiave della partita: l’azione del 2-2, il pareggio della Juventus che inclina il piano degli eventi verso la rete finale di Higuain (sulla quale ci vorrebbe un altro articolo). Un gol apparentemente e forse in gran parte casuale, questo 2-2. Non tanto o solo per la deviazione decisiva di Skriniar sul tiro-cross di Cuadrado. Anche il guizzo di Dybala infatti sembra più un dribbling abortito che un vero e proprio assist. Inoltre il movimento difensivo di Santon non è così sbagliato come si è portati a credere. Certo, Cuadrado Santon se lo perde all’ esterno, ma Santon aveva appena tenuto in diagonale il taglio interno. Detto questo, volevo parlarvi di quello che è successo poco prima. Ancora una volta il caso si attua su una base di mosse e contromosse altamente razionali.
Con l’ingresso di Santon Spalletti toglie Icardi e alza Perisic, spostando a destra D’Ambrosio in marcatura su Douglas Costa, che ha lasciato la fascia destra a Bernardeschi. Ora Cancelo gioca più alto, praticamente al posto di Candreva passato a sinistra dove stava Perisic. Questa la contromossa di Spalletti per evitare l’uno contro uno tra Cancelo e Douglas Costa. E infatti D’Ambrosio, aiutato da Cancelo, si rivela subito scomodo per l’esterno brasiliano: Spalletti ha fatto bene. Ma come gli risponde Allegri? Invertendo di nuovo gli esterni: Douglas Costa (vedi sopra) torna a destra dove presumibilmente Candreva è stanco e Santon può rivelarsi l’anello debole. Prima di parlare di fortuna, tutto sommato, ci andrei piano.