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Inter, Jovetic è ancora un campione
Quando si parla del suo rinnovo obbligatorio, lo si fa come se fosse una spina piantata nel fianco. Perché finora Jovetic, per l’Inter, era stato più dolori che gioie. I soliti infortuni che ne dimezzano la fruibilità, ma poi anche i problemi con Mancini dal post Inter-Lazio e le incomprensioni tattiche. Il montenegrino, dopo un avvio di campionato splendido, era sparito dai radar, ma come spesso accade nel calcio, ci vuole ben poco a riscrivere una storia completamente diversa.
IL RILANCIO - Così ecco che quando meno te lo aspetti, Mancini ti stupisce con gli effetti speciali. Jovetic sembrava destinato a riscaldare la panchina da qui a fine stagione e invece il tecnico jesino lo ha riproposto tra i titolari. Già a Frosinone il montenegrino aveva mostrato chiari segni di ripresa, giocate di qualità alternate a qualche momento di pausa, ma era più che naturale visto e considerato il lungo periodo di stop dal quale arrivava. Ieri la conferma contro il Napoli: Jovetic non ha dimenticato come si gioca al calcio, anzi…
MENTALITA' DA CAMPIONE - Probabilmente l’ex viola è uno dei veri pochi campioni di cui può disporre Mancini. La mentalità è quella di chi è abituato ai palcoscenici internazionali, con il pallone tra i piedi non ha paura, ma si diverte a giocare. Ieri, prima di servire Icardi in profondità, ha danzato con naturalezza tra due avversari, poi ha alzato lo sguardo e in una frazione di secondo ha dato il via a quella che sarebbe poi diventata l’azione del raddoppio nerazzurro. Mica male.
LA STESSA LINGUA - Se impiegato nel centro del campo e in appoggio alla punta, Jovetic può dire ancora la sua. Mancini può sorridere soprattutto per un motivo: adesso il montenegrino e Icardi sembrano parlare la stessa lingua calcistica e a differenza di qualche mese fa, in campo si cercano continuamente. Un aspetto importante, probabilmente decisivo, perché quei due lì davanti fanno paura a tutti e se ben combinati possono risultare letali per qualsiasi coppia difensiva, chiedere conferma a Koulibaly e Albiol, che ieri al “Meazza” non hanno mai trovato un riferimento. Se le cose stanno così, i quindici milioni da corrispondere al City non sono neanche troppi, anzi…